La post@ dei lettori
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Come era prevedibile, il mio editoriale del numero scorso sulla «predella» in aula, e sulle regole da reintrodurre nelle scuole, ha scatenato i commenti degli insegnanti. Tra le tantemail che sono arrivate in redazione, eccone alcune.
RIEDUCARE LE FAMIGLIE
Caro direttore, sono stata per 36 anni una docente di lettere in una scuola media e ho vissuto con disagio tutti i cambiamenti degli anni recenti. Sono d’accordo con Ernesto Galli della Loggia perché ho visto che i miei nuovi alunni, confrontati con i precedenti, erano sempre più indietro sia per la preparazione che per l’educazione. Troppi i provvedimenti presi per “tutelare” gli alunni: partecipazione delle famiglie ai consigli di classe anche per la scelta dei libri di testo, giudizi al posto dei voti per poter motivare la promozione diventata quasi obbligatoria, progetti di ogni tipo per farli stare a scuola più a lungo, riunioni continue, eliminazione del voto di condotta per non mortificarli, soppressione delle punizioni per non mettersi contro le famiglie... Qual è stato il risultato? I ragazzi avevano perso lo stimolo a impegnarsi perché tanto erano tutti promossi e si sono sentiti sempre più protetti dalle famiglie, diventando arroganti e maleducati e ora anche violenti. I ragazzi sono un riflesso delle famiglie di oggi, che andrebbero proprio rieducate, cominciando dalla scuola, con regole severe che dovrebbero educare i figli e, attraverso loro, anche i genitori. Elvira Ventura
RISPETTO DELLE REGOLE
Caro direttore, insegno scienze motorie e i miei alunni devono rispettare alcune regole, poche ma fondamentali, per una convivenza civile. Il cellulare non si può usare, i capelli lunghi vanno raccolti, anelli, bracciali e piercing sono banditi, appena si entra in palestra ci simette in riga e si fa l’appello. Ma ritengo di avere anche una visione moderna che non obbliga a far eseguire test massacranti e utilizzo l’autovalutazione per rendere più consapevoli i ragazzi sulle proprie possibilità. Il peso più importante della valutazione è dato da competenze trasversali, rispetto delle regole, partecipazione, relazione con gli altri. Amo il mio lavoro e adoro i miei alunni che mi arricchiscono ogni giorno. Mi auguro che si possa avere più rispetto per la nostra categoria: la maggior parte di noi svolge un ruolo fondamentale per i giovani, guide sicure a cui potersi ispirare per il proprio futuro! Tiziana Cutuli
I MIEI SI ALZANO IN PIEDI
Caro direttore, io sono una «prof», come ci chiamano gli studenti ormai già da tempo. I miei salutano alzandosi in piedi al mio ingresso. A costo di essere impopolare, appoggio le proposte di Galli della Loggia. A mio parere, infatti, il rispetto, la buona educazione, il riconoscimento dei ruoli non odorano di muffa. Sono terribilmente attuali e vanno anzi rispolverati. Mi creda, le nuove generazioni ci ringrazierebbero.
Brunella Ricciardi
DIETRO LA LAVAGNA
Caro direttore, Galli della Loggia ha ragione in pieno! Reintroduciamo l’economia domestica, insegniamo ai giovani come si tiene in mano un cacciavite, perché molti non sanno nemmeno cosa sia... Ai miei tempi ho preso anche tante vergate sullemani: oggi non lo farei, ma dietro la lavagna qualcuno lo metterei. Gianfranco Ciccarello
GREMBIULE PER TUTTI!
Caro direttore, sono d’accordo con Galli della Loggia: ci vogliono regole che stabiliscano ordine. E se proprio vuole sapere come la penso, farei mettere il grembiule a tutti, a bidelli, alunni e professori, eviterei così sfilate e paragoni tra ricchi e poveri! È la prima volta che scrivo a un giornale, però questo argomento mi prende dal profondo. La scuola deve essere maestra.
Gianna Pierucci
UN’ORA IN PIÙ
Caro direttore, bisogna semplicemente introdurre un’ora in cui si insegna cosa siano rispetto, cortesia, gentilizza... Ferdinando Gagliardo
AMMIRO LO STILE ANGLOSASSONE
Caro direttore, ho apprezzato moltissimo il suo editoriale. Mi ha fatto fare un tuffo nel passato: a quando la scolaresca si alzava all’entrata dell’insegnante e aspettava il saluto e la parola «seduti». Non era autoritarismo, solo autorevolezza di chi è degno di stima e fiducia. A distanza di mezzo secolo da quando ho abbandonato le aule, ho ancora un bel ricordo della scuola e di tutti quelli che hanno contribuito a trasmettermi le nozioni, anche comportamentali, che mi sarebbero servite nella vita. Ammiro lo stile anglosassone legato, ancora, alle uniformi… Fa più scuola!
Bruno Tanturli