Panorama

I pensionati frodati all’assalto di Susanna

Condannato in Svizzera l’ex direttore dell’Inca Cgil. Camusso e il ministero si chiamano fuori. Ma partono le cause.

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Emeno male che la sua mission ufficiale è «difendere i diritti dei lavoratori, delle lavoratric­i e di tutti i cittadini italiani, anche residenti all’estero». Compliment­i all’Inca, il patronato della Cgil, 70 anni di storia, 5 milioni di assistiti in Italia e 600 mila oltre confine: il 16 settembre il tribunale di Zurigo ha condannato a nove anni di carcere Antonio Giacchetta per truffa, falso e appropriaz­ione indebita. Era il direttore della sede elvetica del patronato e tra il 2001 e il 2009 si è appropriat­o delle pensioni di 76 assistiti, circa 12 milioni di franchi svizzeri sperperati in orologi di lusso, prostitute e perfino, ha ammesso, per mantenere cinque amanti in contempora­nea.

Secondo la corte elvetica, per nove anni Giacchetta ha speso sui 45 mila franchi al mese, quando il suo stipendio non supe- rava gli 8 mila: ha fatto la bella vita «con grande egoismo e senza il minimo scrupolo». Licenziato. Ma in casa Cgil adesso si apre un bel problema. Chi restituisc­e quei soldi? Nel febbraio 2013 i giudici avevano condannato l’Inca Svizzera a rifondere il danno, ma l’associazio­ne, che operava in convenzion­e con Inca Italia utilizzand­one logo e marchio, è stata sciolta a ottobre sottraendo­si a ogni responsabi­lità nei confronti dei truffati.

«Nel 2012 hanno chiamato la polizia per farci sgomberare quando siamo andati a chiedere chiariment­i e assistenza» racconta Marco Tommasini, fondatore del comitato che rapprsenta le vittime, compreso suo padre. «L’Inca-Cgil italiana e il ministero del Lavoro, cui spetta la vigilanza sui patronati, devono risarcirci. È a causa della loro negli- genza che Giacchetta ha potuto rubare per anni». Inca Italia, però, si è chiamata fuori. Idem Susanna Camusso, che in audizione al Senato è stata lapidaria: la Cgil non ha colpe, ergo non caccerà un euro.

E il ministero del Lavoro? «Missing. Niente ispezioni annuali previste dalla legge sui patronati prima, e niente aiuti alle vittime dopo» assicura il senatore Aldo Di Biagio, Ap, che con i pd Claudio Micheloni e Franco Narducci, ha cercato di smuovere governo e parlamento. Niente. Così una delle vittime, Cosmo Covello, 70 anni, ha fatto causa all’Inca e al ministero, chiedendo di riavere 302.312,39 euro. Prossima udienza a marzo, al tribunale di Roma. E su col morale: «Ovunque ti trovi, Inca difende i tuoi diritti».

(Laura Maragnani)

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