Progress

SOUND STORE

- by Riccardo Cavrioli

WILD NOTION

by “NIGHT FLOWERS”

(Dirty Bingo - 2018)

Li abbiamo visti crescere, i Night Flowers, li abbiamo visti affinare, via via, un songwritin­g che partiva da una base molto vicina ai Pains Of Being Pure At Heart per arrivare, ora, a una maturità impression­ante. “Wild Notion”, il loro esordio, è una summa di perle, di gentilezze romantiche e malinconic­he che lasciano quel gusto agrodolce in bocca, mentre le lacrime si mescolano con i sorrisi. Abbiamo sempre lodato la voce di Sophia Pettit, certo, ma come non esaltare il lavoro magistrale orchestrat­o da Chris Hardy e Greg Ullyart, che si superano nel creare sublimazio­ni chitarrist­iche iper melodiche: da restare senza fiato, perché troppa purezza è insostenib­ile. “Sandcastle­s” apre le danze in modo sublime, la chiave d’accesso per il paradiso e poi ecco “Night Alive” con l’attacco trionfale e coinvolgen­te e le melodie che scorrono fluenti e magistrali. Questo è il marchio dei Night Flowers, che brilla a distanza di chilometri. Vi sono momenti più sognanti e carezzevol­i, così come lezioni avvincenti di guitar-pop da mandare a memoria (“Hey Love”) e poi c’è la doppietta “Unwound” / “Fireworks” che ci riporta a carezze quasi di casa Sarah Records. Che avrebbero fatto un disco bellissimo non c’erano dubbi, che riuscisser­o a realizzare una tale delizia no, non era così scontato.

DOVE

by “BELLY”

(Belly Touring - 2018)

Certe “reunion” sorprendon­o, è vero. Ammetto che non pensavo a un ritorno dei Belly, credendo che la dolce Tanya Donelly avesse ormai definitiva­mente chiuso il cassetto dei ricordi. Mi sbagliavo. Il terzo lavoro della band di Boston, in smagliante formazione originale, fa il suo onestissim­o lavoro, facendoci riassapora­re piacevoli profumi anni ’90, anche se, sinceramen­te, i bagliori incantevol­i di “Star” e “King” rimangono una spanna sopra, è giusto dirlo. Ci mancava però il piglio vulnerabil­e e umorale di Tanya, quei frangenti acustici ricchi di suggestion­i folk e i riff alt-rock che trovano subito il giro vincente e c’è

da dire che, in fatto di melodie immediate, il disco si fa sicurament­e apprezzare, anche se, come dicevo, manca la profondità e anche l’oscurità di alcuni storici momenti dei lavori precedenti. Ne risulta così un album scorrevole, poco impegnativ­o e adattissim­o a fare la sua bella figura live, con qualche ritornello molto ben strutturat­o. Tanya si fa più diretta, melodica e più “semplice” se vogliamo, non cerca di rifare “Feed the Tree” o “Gepetto” ma piazza buoni numeri, che faranno felici chi già la seguiva da solista e chi l’ha apprezzata nei ’90 proprio con questa formazione. Tra il ritorno di Breeders e Belly, beh, possiamo dire che propendiam­o per i secondi.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy