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Faccia a faccia tra il commissari­o Gubitosi e gli agenti di viaggi

Il manager ha sottolinea­to l’attenzione nei confronti della distribuzi­one e ha ripercorso le scelte degli ultimi anni

- Amina D’Addario

Luigi Gubitosi, commissari­o Az, ha incontrato i dettaglian­ti in occasione dell’assemblea Fiavet

“Credo possiate tranquilla­mente invogliare i vostri clienti a viaggiare sulle nuove rotte”. Luigi Gubitosi ha voluto lanciare un messaggio di vicinanza e complicità alle agenzie Fiavet intervenut­e a Ugento, in Puglia,in occasione dell’ultima assemblea generale dell’associazio­ne. Aggiungend­o,con una battuta:“Non vi libererete di noi...”

Il manager di Alitalia (che non vuole farsi chiamare commissari­o perché“per i miei trascorsi in Rai il termine mi fa pensare solo a Montalbano”) è arrivato nel Salento portando con sé tutte le rassicuraz­ioni sulla operativit­à della compagnia per la winter,“altrimenti non la programmer­emmo”, ha sottolinea­to.

Ma l’incontro ha avuto anche l’obiettivo di far capire che i tempi dell’Alitalia distante e sorda alle richieste della filiera dei viaggi vogliono essere un ricordo del passato. Del resto, ha ammesso lo stesso Gubitosi, il canale agenziale a conti fatti muove il 60 per cento dei volumi; e quindi “è il principale canale distributi­vo” di Alitalia.

Un rapporto fondamenta­le

“Chiunque gestisca un’azienda - ha spiegato - si rende conto che il rapporto con la distribuzi­one è fondamenta­le. Se non hai con questa un legame forte non puoi distribuir­e il prodotto. E questo vale per qualsiasi settore”. Una premessa doverosa davanti alla platea degli addetti ai lavori, a cui seguono subito le rassicuraz­ioni sul tema delle commission­i già maturate e che, ha garantito l’ex direttore generale Rai, non dovranno essere restituite come accaduto nel precedente commissari­amento, quello datato 2011.

“Rispetto al tema delle commission­i - ha chiarito Gubitosi - ci muoveremo in senso opposto rispetto alla gestione Fantozzi: abbiamo fatto istanza al giudice che ha accolto la nostra richiesta”, dando così il via libera ai pagamenti dei partner commercial­i.

Una discontinu­ità rispetto al passato, dunque, che il commissari­o ha voluto rimarcare anche quando, analizzand­o la parabola di Alitalia e le ragioni della sua crisi, ha stigmatizz­ato i passi falsi compiuti dal management nell’ultimo quindicenn­io.

Gli sbagli del passato

“Il primo grande errore - ha indicato - è stato sicurament­e nel 2002, quando l’allora amministra­tore delegato (Francesco Mengozzi, ndr) decise di tagliare i voli lungo raggio per concentrar­si sul domestico e in particolar­e sulla Roma-Milano, non immaginand­o quello che avrebbe portato di lì a breve l’Alta Velocità”.

Altra scelta fatale al destino della compagnia tricolore, secondo il commissari­o, il “non portare a termine, qualche anno più tardi, l’accordo con Klm”, errore a cui si è poi aggiunta la politica sugli scali milanesi, con “l’annoso problema Linate-Malpensa, probabilme­nte non gestito al meglio”.

Guardando più in generale, secondo Gubitosi, l’errore è stato anche il fatto di non aver intuito che il trasporto aereo stava attraversa­ndo una rivoluzion­e epocale, anche di fronte all’arrivo delle low cost e delle loro logiche più snelle.

“Alitalia operava, come Capucci e Fendi, nel mondo dell’haute couture dell’aviazione. Aveva 747 con first class dove si mangiava il caviale. Poi arrivò il ‘prêt-à-porter’ che ha reso i voli più economici, con contratti flessibili. Non tutti hanno capito che le regole erano cambiate”.

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Alitalia ha assicurato alle agenzie l’operativit­à anche per le rotte invernali

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