Ryanair-Alitalia, pace fatta
I due player si sono ormai spartiti il business, focalizzando ciascuno le proprie specificità
Finalmente l’ascia di guerra è stata sepolta. Alitalia e Ryanair, dopo svariate stagioni di battaglie a suon di numeri su chi fosse il vettore numero uno in Italia, sembrano aver deciso di chiudere quel capitolo. E,lasciatisi i conflitti sulle cifre alle spalle, pare abbiano scelto di occuparsi ciascuno del proprio business, definendo in maniera sempre più netta i confini delle proprie attività. Certamente, la situazione in cui entrambe le compagnie si sono ritrovate da un anno a questa parte ha contribuito a spostare gli ordini delle priorità.
Gli ultimi 12 mesi
Alla fine di gennaio 2017 la crisi di Alitalia era ormai ben chiara al mercato, e una manciata di mesi dopo sarebbe arrivato il‘no’dei dipendenti al piano di salvataggio ipotizzato dall’allora socio Etihad. Proprio in questa circostanza era arrivata dal ceo di Ryanair,Michael O’Leary,la proposta di risollevare le sorti della compagnia italiana, con un piano per Az dedicato al lungo raggio, con il feederaggio sul corto e medio raggio effettutato dalla low cost irlandese.
Un frangente in cui i rapporti tra le due compagnie avevano dunque assunto toni decisamente più collaborativi, ma da lì, il ruolo di Ryanair nella vicenda della cessione Alitalia sarebbe stato destinato ad assumere nuove posizioni.
Dopo il semplice iniziale allungamento di mano per il salvataggio, Ryanair era infatti arrivata anche ad avanzare un interesse per l’acquisizione di Az, confermando di aver preso visione del dossier e dicendosi intenzionata a monitorare la questione.Salvo poi dover abbandonare inesorabilmente qualunque velleità di acquisto,frenata dal caos cancellazioni che l’ha travolta nel mese di settembre 2017.
Una situazione difficile, che ha portato Ryanair a una riflessione più profonda anche del proprio modello di business, al punto da farle siglare,nelle settimane scorse, l’intesa con i sindacati; riconoscendone di fatto il ruolo, dopo stagio- ni di totale distanza dalle rappresentanze. Un’apertura iniziata sul mercato britannico, e dovuta a un politica con i dipendenti evidentemente migliorabile, prossima a essere replicata anche sul mercato italiano. Proprio in Italia, infatti, la low cost irlandese è in fase avanzata della trattativa con le rappresnetanze di Anpac e Anpav.
Tornando ad Alitalia, la compagnia di Fiumicino nel frattempo ha dovito focalizzarsi su ben altre priorità, rispetto a quelle di gareggiare con Ryanair sul primato nel mercato italiano. Da maggio 2017, infatti, ovvero da quando si sono insediati i tre commissari Alitalia, il vettore ha avuto il suo da fare nel riposizionarsi come prodotto e nel riassestare le finanze nell’ottica di rendersi più appetibile verso il suo futuro acquirente. E la triade costituita da Luigi Gubitosi, Stefano Paleari ed Enrico Laghi è anche riuscita a incassare i complimenti da Michael O’Leary riguardo il loro operato.
Sorprendente O’Leary
Dall’accordo con i sindacati italiani ormai imminente e che pone fine a trent’anni di linea dura, anzi durissima,all’elogio per i commissari straordinari di Alitalia.
È un Michael O’Leary inedito,e per molti versi inaspettato, quello andato in scena a Roma nei giorni scorsi in conferenza stampa.
Il vulcanico patron di Ryanair è sbarcato nella Capitale per presentare il network dall’Italia del prossimo inverno e portare avanti il dialogo con le controparti sindacali, finendo poi con lo spiazzare la platea di giornalisti indirizzando questa volta, non l'ennesimo strale nei confronti del vettore tricolore, ma un vero e proprio endorsement per la terna Gubitosi, Laghi e Paleari.“Ci siamo ritirati dalla vendita di Alitalia lo scorso settembre quando abbiamo avuto i problemi con i turni dei piloti, tuttavia - ha spiegato O’Leary - abbiamo voluto fare i complimenti ai commissari per il buon lavoro fatto e per le condizioni attuali della compagnia”.
Da vittima designata delle polemiche del ceo di Ryanair,Az oggi sembra essere diventata una compagnia capace di risalire la china e che“forse sarebbe meglio non vendere”.“Se Alitalia - ha prospettato il manager - finisse nelle mani di Lufthansa o Air France molto probabilmente diventerebbe una compagnia di feederaggio e finirebbe per essere sfruttata solo per riempire i voli lungo raggio”. Prospettiva non così lontana dalla prima ipotesi avanzata dallo stesso O’Leary, tra l’altro.
Per questo, ha proseguito il numero uno di Ryanair,“è importante che Alitalia prosegua per la sua strada e continui a far crescere le sue rotte, soprattutto quelle intercontinentali”.
Ma se più pacate del solito sono subito apparse le parole per il vettore tricolore, i toni tornano più spavaldi quando si affronta la questione della nuova Meridiana e la possibile minaccia ai piani del vettore irlandese sulla Penisola.“Non siamo preoccupati di Air Italy, semmai - ha sostenuto O’Leary - è Air Italy che dovrebbe preoccuparsi di noi. Loro comunque manterranno le operazioni principali su Malpensa, quindi potrebbero entrare in concorrenza con easyJet e - ha aggiunto - costituire l’ennesimo punto interrogativo per la ripresa di Alitalia”.