Vanity Fair (Italy)

Zoolander incontra De Sica

Invecchiat­o, ingrassato, vedovo. BEN STILLER torna nei panni attillati del modello più «assurdo» della storia e lo porta a Cinecittà, per un tocco rétro. Ma sempre con l’amico del cuore

- di ANDREA CARUGATI

Quando Ben Stiller portò il suo Derek Zoolander al cinema, nessuno lo capì. E fu un flop ( vedi box a destra). Poi, come qualche volta succede, il film cominciò a crescere con il passaparol­a. E oggi, a distanza di 15 anni, le avventure del modello più stupido di sempre sono diventate un cult, una pietra miliare della comicità contempora­nea e il sequel del film, Zoolander 2, in uscita l’11 febbraio, promette di vendicare l’originale. Ben ha imparato un po’ d’italiano e le prime parole sono nella nostra lingua: «Amo i film italiani del Dopoguerra. Amo De Sica e ho sempre voluto girare in Italia: finalmente con Zoolander 2 ci sono riuscito. È stato bellissimo, volevo che questo film avesse il sapore e l’energia che solo gli scenari italiani possono offrire. Volevo avesse un pochino del gusto rétro di un’opera alla De Sica. Girare a Cinecittà è stato un vero sogno». Quindici anni dopo, si rimette i pantaloni attillati di Derek. Cosa si prova? «Soddisfazi­one nell’entrarci, anche se forse, e dico forse, oggi sono una mezza taglia in più. Scherzi a parte, è stata una bella sfida. Abbiamo cercato di non fare un bagno nostalgico o ripetere

le gag del film originale. Il cast è al completo e tante cose tornano, ma è un’esperienza diversa, un film con una sua storia». Quindici anni però sono tanti, anche personalme­nte, no? «Già, siamo tutti più vecchi e questo ha una certa importanza, anche nell’evoluzione dei nostri personaggi. Sono cambiato da allora, e meno male, ai tempi non avevo figli, ero in una fase diversa della mia vita. Oggi non mi capita spesso di fare commedie così irriverent­i, quindi mi sono sentito libero di tuffarmici a pesce, di abbracciar­e questa opportunit­à, di godermela». La prima scena, con Justin Bieber, fa davvero molto ridere... «Justin è un fenomeno, e le sue lezioni di vita le ha imparate davanti a tutto il mondo. Ha un grande senso dell’umorismo e non vedeva l’ora di prendersi un po’ in giro e mostrare alla gente un lato inedito di sé». Se a Hollywood c’è una coppia che non è mai scoppiata è quella tra lei e Owen Wilson, l’altro modello. «Non ho molti amici, e tra quelli che ho nessuno è come lui. Abbiamo un rapporto molto intenso. Ci vogliamo bene e soprattutt­o quando penso a lui, penso alle nostre risate e al fatto che è una persona che mi fa stare bene. Amo scrivere con lui, amo lavorare con lui e tra i plus di questo film c’è stato anche quello di aver passato quattro mesi fianco a fianco». E sua moglie? Che poi nel film interpreta la moglie di Derek? «Abbiamo ucciso Christine ( Taylor, ndr), all’inizio. Ci sarà il crollo del “Centro Derek Zoolander per bambini che non sanno leggere bene e che vogliono imparare anche altre cose buone”, perché è stato costruito con lo stesso materiale del plastico in miniatura. Ci saranno morti e feriti e nell’incidente Derek perderà la moglie e si troverà con il cuore spezzato e ancora e ancora... Ma non anticipiam­o troppo, diciamo solo che si tratta di un vero dramma, altro che commedia!».

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