UN SELFIE COL «MATTONE»
Vi ricordate «il Rocci» o «il Castiglioni e Mariotti», cioè i vostri vocabolari di greco e latino? Sono sicuro che qualcuno di voi, lette le righe qui sopra, ha provato un senso di terrore misto a nostalgia (poca) ed euforia, ancora molto viva, per essersi liberato di un peso che per cinque anni, per qualcuno anche di più, era stato un incubo a occhi aperti (e anche chiusi, spesso). Ecco, in questi giorni ho comprato la nuova scorta di libri da leggere e onestamente ne ho preso uno che per numero di pagine e impegno fisico mi ha subito portato alla mente «i due mattoni» di cui sopra. Si chiama La scuola cattolica e lo ha scritto Edoardo Albinati. Ha 1.296 pagine, è un macigno di circa 2 chili di peso, un oggetto che, nonostante la sua bellezza, crea davvero problemi logistici. Ma com’è? Per il momento straordinario, «alto» ma accessibile. Ma la sua forza è che crea una vera e propria dipendenza. Inizi e ti devono sparare per fermarti. È un libro che giustifica ancora la bellezza di sfogliare delle pagine di carta: leggerlo su un Kindle sarebbe una bestemmia, nel senso che se riesci ad arrivare alla fine, hai davvero bisogno di fare il figo tra te e te, riguardartelo, risfogliarlo, associare per ogni capitolo il momento in cui l’hai letto, farti dei selfie con lui eccetera. Ma quando leggerlo? Siete spesso in giro su treni, metropolitane, autobus? Bene, quello è il vostro momento per la lettura. Sappiate, però, che avrete bisogno di un aiuto per il trasporto: una borsa o uno zainetto. Insomma, avrete bisogno di spazio e forza. Oppure: avete iniziato ad andare un po’ al mare o al lago o in campagna. Anche in questo caso, occhio, perché se avete figli, è un po’ come averne uno in più e se avete anche il cane, arrivederci. Ma quindi? Una delle idee per tuffarsi nella lettura potrebbe essere quella di prendersi volontariamente l’influenza: una settimana a letto con raffreddore, fazzoletti, aspirine e lettura, così da dargli una «botta» di qualche centinaio di pagine. O andare in vacanza: lo scopo è partire per leggere e non anche per leggere. Tutto questo vi sembrerà esagerato ma capita davvero poche volte di innamorarsi di un libro in questo modo. Ci si sente meglio, carichi, orgogliosi per lo sforzo e la fatica, emozionati per aver avuto il privilegio di averlo letto per poi invidiare chi ancora non lo ha fatto. Ma di che parla sto mattone? Di adolescenza, sesso, religione, violenza. Ma anche di denaro, professori, preti, teppisti, geni, ragazze ambigue... c’è tutto. Adesso mi siedo, apro il libro a pagina 459 e cerco di leggerlo senza appoggiarlo sulle gambe o sul tavolo. Ma quale romanzo vi aiuta a tonificare i bicipiti?