VIAGGEREMO NEL TEMPO
Parola del cosmologo-punk JOÃO MAGUEIJO. Che, alla vigilia del Festival delle Scienze, ci ha spiegato perché «quello zoo che è l’Universo» si sta espandendo, cos’è la «materia oscura» e come sarà il futuro
Dopo una conversazione con un cosmologo come João Magueijo c’è di solito bisogno di un lungo massaggio alla testa. Ma è un’esperienza affascinante, che apre gli orizzonti mentali come nient’altro. Potreste farne diverse al Festival delle Scienze, che si terrà dal 20 al 22 maggio all’Auditorium Parco della Musica di Roma e avrà come tema la relatività. Tra gli speaker (Elena Aprile, fondatrice dell’esperimento Xenon, Scott Hughes e Seth Lloyd del MIT) c’è appunto Magueijo, portoghese, docente di fisica teoretica all’Imperial College di Londra. Soprannome: «il punk della fisica», per la sua teoria, inizialmente considerata eretica, sulla velocità variabile della luce. «Immaginate viaggiare la luce su diverse strade, ci sono le autostrade e quelle lente, con limiti di velocità diversi». Magueijo terrà una lectio magistralis intitolata Oltre Einstein. Professore, perché andare oltre Einstein? «Ogni tentativo di fare ricerca scientifica è oltre Einstein, oltre Newton, oltre tutta la ricerca fatta prima. Ma diciamo “oltre Einstein” perché lui è un’icona». Quali sono le grandi questioni aperte al momento? «Abbiamo la teoria del Big Bang, ma non sappiamo cosa ha fatto Bang, cosa c’era all’inizio. Questa è la principale domanda aperta». Ecco, parliamone. Intanto ci dia qualche certezza sull’universo. «Allora: l’universo si sta espandendo. Se lo riavviamo come in un film arriviamo a un punto. L’universo primordiale era caldo e pieno di radiazioni. Ma su che cosa ci fosse davvero all’inizio dell’universo, ognuno ha la sua teoria». E la sua? «All’inizio la velocità della luce era molto più alta e l’universo era come una schiuma, lo spazio-tempo non era continuo ma bucato. Ma c’è chi dice che l’universo si espande e si ritrae, come una pulsazione. O c’è la teoria dell’inflazione dell’universo, secondo la quale l’universo si è gonfiato. Speculazioni, ognuno ha le sue». Quanto l’osservazione delle onde gravitazionali ha cambiato lo scenario? «Non hanno cambiato le basi della cosmologia. Indirettamente, sapevamo già che esistevano, però averle scoperte ci dà uno strumento di osservazione diverso rispetto alla luce, ci fa vedere cose nuove, Mentre Mercurio (è quel puntino nero) passava davanti al Sole, sopra, la Nasa ha rivelato che il telescopio spaziale Kepler ha individuato 1.284 nuovi pianeti: nove di questi sono in una «zona abitabile», dove è più probabile la vita. i buchi neri, le galassie che si fondono. È come se ci facesse vedere nuovi animali in questo grande zoo che è l’universo». Dopo la scoperta del bosone di Higgs, risolveremo ora l’enigma della «materia oscura» su cui si concentrano i più avanzati esperimenti? «Il punto è che l’universo non sempre si comporta come Einstein e Newton avevano predetto. La gravità a volte è diversa da come ce la aspetteremmo. E ogni volta che è diversa, diciamo: sarà la materia oscura, quella parte di universo che non possiamo vedere. Non la osserviamo direttamente, quindi è complicato. Speriamo». Come cambierebbe il mondo, se trovassimo tutte queste risposte? «La relatività era pura speculazione filosofica, ci si poneva domande come: “C’è uno spazio assoluto o relativo?”. Ma grazie alla teoria speciale della relatività oggi io e lei possiamo fare questa conversazione attraverso Internet oppure la bomba atomica. E nessuno può sapere in quanti modi non lineari le speculazioni di oggi possono diventare le tecnologie di domani. Magari avremo i viaggi nel tempo: non sottovalutate mai la fisica».
PIANETI NUOVI