IL MIO STILE LIBERO SEI TU
Mi avevano detto: è nella vasca esterna, vada. E io sono andata, ma non la vedevo. Vedevo il suo fidanzato Filippo Magnini emergere dalle acque, perfetto come certe statue di certe fontane, ma lei no, guardavo ma mi pareva non ci fosse. Poi ho capito che c’era, ma era come diventata liquida anche lei, e stava sott’acqua per metà della lunghezza della vasca e anche quando usciva le sue bracciate erano solo increspature della superficie, una serie ritmica di piccole onde che la spingevano in avanti. È tornata solida quando mi si è parata davanti: la tuta, i capelli bagnati – no non si preoccupi, non li asciugo mai – gli occhi limpidi che non ricordavo. Ma l’ultima volta che l’ho vista aveva 19 anni, «gli ormoni impazziti, non era un bel momento», si scusa adesso. Le ho ricordato che mentre la intervistavo lei praticamente non mi aveva mai guardata in faccia: scriveva al cellulare. Questa volta il cellulare lo guarda solo una volta, ed è per spegnerlo. Passa Filippo: «Ciao, ci vediamo a casa quando finisco l’intervista. Tu cosa fai?». E lui: «La risonanza». Come due ragazzi normali che fanno delle vite strane. Alle Olimpiadi di Rio mancano meno di 100 giorni, Federica Pellegrini è stata nominata portabandiera della nazionale, ha un appuntamento importante fin dal primo giorno. «Il mio nome girava da tempo, ma io continuavo a scacciare il pensiero: mi conosco, se poi non avessero scelto me ci sarei rimasta malissimo». Che cosa significa per lei portare la bandiera? «È forse il riconoscimento più alto del mio lavoro. I sacrifici li fanno tutti gli atleti, ma il nuoto è uno degli sport più faticosi in termini di preparazione. Mesi e mesi di allenamenti per una sola gara veramente importante all’anno. Una gara che, nel mio caso, dura un minuto e cinquanta secondi». Non c’è qualcosa di paradossale in questo? «Immagino che, visto da fuori, ci sia. Per me no. Altrimenti non mi allenerei sei giorni la settimana». Com’è riposarsi la domenica? «Strano, bello. Poi il lunedì lo senti che sei più lento. Non le dico quando ci fermiamo per tutto il mese di agosto. Quando rientro in acqua a settembre mi sembra di nuotare a cagnolino». Non si annoia mai di questa vita a mollo? «I mesi invernali sono un po’ più duri: entri in vasca la mattina che è ancora buio e, quando finisci l’allenamento del pomeriggio, è buio di nuovo. E freddo. D’estate, Federica Pellegrini con il compagno Filippo Magnini, 34 anni, 2 volte campione del mondo nei 100 stile libero e anche lui in gara a Rio; ad aprile a Riccione, nei 200 stile libero degli Assoluti, vinti con un ottimo tempo. all’aperto, è un altro sport. Ma a me piace allenarmi, quasi quanto fare la gara. Sono competitiva anche negli allenamenti». Competitivi si nasce o si diventa con la pratica? «Io ci sono nata. Non è che io voglia proprio vincere, è che non voglio perdere, perché non mi piace per niente. Immagino che, alla fine, sia la stessa cosa». Competitiva lo è anche fuori dalla vasca? «Tutte le donne lo sono, ma con gli anni ho cercato di darmi una calmata: mi sfogo già in piscina». Il fatto che la sua vita abbia preso un andamento piuttosto stabile i successi, Filippo aiuta, no? «Tendo comunque a vivere sempre alla giornata perché ho visto che tutto può cambiare da un momento all’altro». Tante cose sono cambiate anche per sue decisioni. «Sono molte di più le cose che non ho deciso: è stato il destino a obbligarmi nelle scelte». Com’è la convivenza con Filippo? «Rodata: viviamo insieme dal 2012. Io ho imparato a cavarmela da sola da ragazzina, quindi so perfettamente gestire la casa. Mi piace fare tutto tranne stirare». Stira lui? «Meglio di no. Sono precisa e puntigliosa sulla gestione domestica, all’inizio il fatto che Filippo non lo fosse per niente è stato un problema, ma poi ha capito, e si è adeguato». Per che cosa litigate? «Per niente. Non litighiamo mai, nemmeno se abbiamo punti di vista diversi sulle cose: riusciamo a rispettarci. Le volte che abbiamo litigato ci siamo lasciati». I vostri tira e molla sono stati molto seguiti dalla stampa. «Questo è stato un guaio. Se va tutto bene e ci fotografano fuori a cena non c’è nessun problema. Ma nei momenti difficili certe foto, certe insinuazioni, certi servizi montati ad arte per far credere che io fossi la persona che non sono mi hanno dato molto dispiacere». Che cosa succederà dopo le Olimpiadi di Rio? «Mi aspetta una scelta importantissima: quella di ritirarmi oppure no. L’ho pensato altre volte prima di appuntamenti importanti, ma questa volta è diverso. Quando ero piccola immaginavo che mi sarei
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