Un senso a questa vita
LÕinglese KATE ATKINSON riprende a ÇviaggiareÈ nel secolo scorso, in un romanzo che parla della guerra (e di un bel ritorno)
hi ha amato Vita dopo vita non potrà non adorare il nuovo romanzo di Kate Atkinson, 65 anni, che ne è un po’ il sequel (anche se lei sostiene di no). In verità, Un Dio in rovina (in libreria dal 26 maggio) è anche migliore, e la consacra nell’empireo letterario inglese, se già non l’avessero fatto i due Costa Awards e i milioni di copie vendute. La famiglia è sempre la stessa, i benestanti Todd, con la loro bella casa in campagna. Protagonista è Teddy, fratello minore di Ursula che, nel primo libro, moriva in vari modi e alla quale veniva sempre data la chance di una seconda vita. Teddy si era arruolato pilota e si credeva fosse stato abbattuto nel 1943. Ma, alla fine della guerra, si scopre che aveva passato due anni prigioniero in Germania. Poi ci troviamo ai giorni nostri, con una figlia complicata e una storia che continua a saltare nel tempo per ripercorrere il senso di una vita (la propria) e di un secolo (il ’900). Perché ha definito questo libro «compagno» e non «sequel»? «Sebbene condividano alcuni personaggi, in particolare il protagonista Teddy, e ci siano alcune sovrapposizioni temporali, questo rimane un romanzo completamente separato. Non bisogna per forza avere letto Vita dopo
Cvita per apprezzare Un Dio in rovina, ma senza dubbio averlo fatto aggiunge una certa profondità e comprensione a entrambi. Però sarebbe interessante anche leggerli in ordine inverso e vedere come cambia la percezione». Quali sono i suoi autori di riferimento nel passato e le sue letture preferite di oggi? «Per quanto riguarda l’ispirazione guardo ai classici, e in particolare a Jane Austen. Ma oggi mi ritrovo a leggere sempre meno romanzi e molta più saggistica. Se devo stare al contemporaneo mi piacciono gli scrittori americani come Jane Smiley: penso che la sua trilogia The Last Hundred Years sia un vero trionfo». Lei scrive che la gente ha sempre preso sul serio i romanzi di guerra. Perché? «Be’, si tratta di un argomento serio! Tuttavia, due dei migliori romanzi di guerra, Comma 22 di Joseph Heller e Mattatoio n. 5 di Kurt Vonnegut, sono impregnati di humor, una satira nera che li rende ancora più potenti». Qual è la sua routine letteraria giornaliera? «Rendo di più al mattino. Ho giorni dedicati alla scrittura e giorni in cui non scrivo. Quando lo faccio, lavoro il più a lungo possibile, ma si arriva sempre a un punto in cui si esauriscono le parole».
UN DIO IN ROVINA
di Kate Atkinson (Edizioni Nord, pagg. 456, ¤ 18,60; trad. di Alessandro Storti)