Vanity Fair (Italy)

E I CRETINI GRATIS

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roppi vogliono risolvere i problemi della politica inseguendo i maldipanci­a della gente. Renzi invita l’Italia a votare sì alle riforme costituzio­nali per tagliare un po’ di poltrone; il M5S propone la riduzione delle indennità ai parlamenta­ri; Salvini se la prende con il presidente del Consiglio che va alla cena di Obama negli Stati Uniti «a spese dei contribuen­ti». Non è un buon momento per le élite, costrette dopo anni di vacche grasse – a tratti persino obese – a fare i conti con il malessere diffuso del popolo in lotta con l’establishm­ent. Un fenomeno non solo italiano ma europeo e mondiale (basta vedere quel che succede in America). l malcontent­o ha le sue ragioni, naturalmen­te: le classi dirigenti spesso si sono prese gioco dei cittadini. Bisogna però valutare le conseguenz­e del «gentismo». Che ci sono già state. «La convinzion­e che i politici non fossero degni di fiducia e che si potesse in qualche modo “togliere la politica” dalle loro mani», scrive Matthew Flinders nel suo In difesa della politica (Il Mulino), «ha determinat­o un mutamento della natura della governance moderna. Si tratta di un mutamento basato sul trasferime­nto di potere dagli eletti ai non eletti (per esempio, giudici, economisti, scienziati, banchieri, contabili, tecnocrati, guardiani dell’etica ecc.) ma che, per qualche oscuro motivo, sono considerat­i più legittimi e attendibil­i dei politici eletti». Si veda l’abbondanza di società civile prestata alla politica, con risultati anche discutibil­i. Come l’orrendo tweet scritto dal senatore M5S Andrea Cioffi prima ancora di sapere se il terremoto delle Marche avesse fatto vittime: «A Roma due forti scosse di #terremoto in due ore. Il Senato ha retto benissimo. Reggerà anche alla deforma di Renzi #IoVotoNo». olitamente, l’obiezione è: perché dare spazio e fare pubblicità a chi dice queste sciocchezz­e? Nessuno spazio, nessuna pubblicità. Non si tratta di passanti, ma di parlamenta­ri della Repubblica, in questo caso persino un senatore, se ancora le parole hanno un senso. Aiuterebbe molto, in questa fase di stronzismo diffuso, se chi ha qualche responsabi­lità politica rasserenas­se gli animi. C’è invece chi cavalca i malumori, come a Gorino, 590 residenti in provincia di Ferrara, dove ci sono state barricate contro 12 donne «richiedent­i protezione internazio­nale». Rivolta capeggiata da attivisti e dirigenti leghisti venuti da fuori, come Nicola «Naomo» Lodi, specializz­ato in incursioni con videocamer­a nei campi nomadi, e il segretario della Lega Nord di Ferrara Francesco Marangoni: «Stop all’invasione. Lo straniero non deve passare». C’era bisogno di fomentare animi già esasperati? a torniamo alla questione dei soldi. Uno dei principali argomenti del discorso pubblico di queste settimane, come si nota dalla campagna elettorale condotta da entrambi i comitati referendar­i, sono i quattrini: bisogna sempre dimezzare dimezzare dimezzare, magari con ricadute pesanti non sulla «grassa» e «strapagata» comunità politica, ma su chi lavora nei territori, dove si è sottoposti a rischi finanziari e giudiziari senza adeguato sostegno (fatelo voi l’assessore all’urbanistic­a in un Comune di 30 mila abitanti, dove se sposti mezza pietra piovono avvisi di garanzia). Come per ogni lavoro, non è giusto che le persone vengano pagate poco. Naturalmen­te, se se lo meritano. Accetteres­te di lavorare come medici pagati la metà o di fare gli ingegneri a stipendio ridotto di un terzo? Il messaggio che passa è che tutti dobbiamo essere pagati poco, mentre l’aspirazion­e dovrebbe essere a un migliorame­nto diffuso delle condizioni di vita. Anche perché, in questa gara di scontrini e tagli, la selezione della classe dirigente avverrebbe per altre strade e sarebbe il trionfo del notabilato o, peggio, dei cretini presunti onesti che costano poco. Questi però non li vorremmo neanche gratis.

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