Do you speak Italian?
Parte a Londra il primo festival dedicato alla nostra letteratura. Con (anche) tanti nomi stranieri
erché fare un festival di letteratura italiana a Londra proprio adesso? Primo: qui c’è una comunità di intellettuali italiani che si è ritrovata. Secondo: perché Londra oggi è l’occhio del ciclone di una serie di cambiamenti, a partire dalla Brexit e le tante questioni che essa evoca. Quale momento migliore, quindi?». Lo scrittore Marco Mancassola è uno dei coordinatori, assieme a Claudia Durastanti, di Fill - Festival of Italian Literature in London (21 e 22 ottobre; sopra, il poster di Victor Cavazzoni), una due giorni di eventi che porteranno al Coronet Theatre una trentina di ospiti, italiani (tra cui De Cataldo e Zerocalcare) ma non solo, a parlare di migrazioni, politica, gender. Nuove idee, quindi, che nascono da una rinnovata attenzione «verso la nostra letteratura trainata dall’effetto Ferrante e da alcuni altri filoni letterari». Prosegue Mancassola: «Questo è un festival italiano nel senso che è pensato da italiani, con più della metà degli speaker italiani e con tematiche italiane. Ma un festival-vetrina di letteratura nazionale, con una semplice parata di autori presentati al pubblico londinese,
Pnon ci interessava. Quella italiana a Londra è una comunità fra comunità, e volevamo un evento che rispondesse alla nostra esperienza di continuo confronto, movimento. Per questo era fondamentale che fosse anche un festival internazionale». Tra gli scrittori stranieri ci sarà Olivia Laing: firma di varie testate britanniche, il suo ultimo libro è The Lonely City (2016; in Italia uscirà la prossima primavera per il Saggiatore), una riflessione sulla solitudine elevata ad arte. «Ho iniziato a scriverlo quando vivevo a New York e mi sentivo molto isolata», mi dice da Londra. «È stata un’esperienza personale molto dolorosa, che mi ha fatto capire quanto il tema fosse interessante e tabù. Ho scoperto che molti altri artisti si erano sentiti come me, da Andy Warhol a Edward Hopper». Laing, che interverrà con lo scrittore e regista Iain Sinclair a un incontro a tema «Brexodus» (il 21 alle 19), ama il nostro Paese: «Ho passato la scorsa estate nella Val d’Orcia, e Roma e Bologna sono due delle mie città preferite. La cultura e l’arte italiane mi danno grande ispirazione, dal pittore del Quattrocento Francesco del Cossa a Giorgio de Chirico e Pier Paolo Pasolini».