Vanity Fair (Italy)

La colazione più buona del mondo

Uova benedette o un croissant divino? L’alga di Tokyo o il miele con la cera? Dal menu alla il breakfast perfetto dei grandi alberghi ha i suoi segreti, da copiare al volo. Primo: mai la plastica a tavola

- Di LAURA FIENGO mise en place

ome faranno a presentare tutto così perfetto, invitante, stupendame­nte armonico, come pronto per un set fotografic­o? Davanti alla prima colazione allestita in un grande albergo di fama e tradizione spesso te lo domandi. Uova e omelette che restano calde – semplice: il piatto come si usa nei pub della campagna inglese è stato riscaldato a vapore, ma va bene anche il microonde –; tazze di tè la cui infusione spacca il secondo grazie all’apposita clessidra tripla, con minutaggi diversi. Non è questione di pedanteria: 2-3 minuti e il tè sarà più ricco di caffeina, più eccitante, 5 minuti e la caffeina cala, più rilassante. Fa eccezione il tè nero, che a lungo diventa aspro e perde tutto il gusto. Le brioche, poi, vanno assortite. Almeno tre tipi: per un cestino «alla francese» si va sul sicuro con pain au chocolat, croissant al burro e alla mandorla, ancora burro (duro o montato con fiocchi di sale versione mousse) e marmellata di frutti di bosco

Co miele, spesso servito negli hotel al naturale, con la sua cera. La dicitura danish pastries (negli Usa solo danish) nei menu indica invece le paste lievitate in generale. Che con la Danimarca hanno poco a che fare: furono i pasticcier­i austriaci a tornare da Copenhagen con le tortine quadrate piegate a fazzoletto e a farne un successo. Una ricetta che si presta a ogni ripieno (in Argentina vanno forte con il dulce de leche) è quella di Jamie Oliver (jamieolive­r.com). Per apparecchi­are come nel film Gosford Park di Robert Altman, capolavoro anche di etichetta e regole della mise en place, basta sapere che a colazione, da Buckingham Palace al monolocale, è il buffet la scelta più elegante: dunque piatti di portata e non porzioni. Ma qualunque cosa si serva in tavola, il tabù assoluto è la bottiglia di plastica, ancora peggio il tetrapak del succo. Vietata. La parola d’ordine è scaraffare anche il centrifuga­to di germe di grano (verde prato, sano e scenografi­co). E saremo a prova di maggiordom­o.

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