VOGUE (Italy)

Caro Ministro Franceschi­ni, Ascolti Un Consiglio

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Gentile Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, certi che l’argomento le stia a cuore, le segnaliamo alcuni dati appena pubblicati dall’agenzia dell’Onu World Tourism Organizati­on. Il turismo, in un mondo mobile e connesso, rappresent­a il 10 per cento del prodotto interno lordo del pianeta. Un posto di lavoro su undici è legato al settore viaggi. Si tratta di occupazion­i sempre più specifiche, di viaggi sempre più profilati: tour per senior, single, millennial­s, famiglie, sportivi, uomini under, donne over e viaggiator­i Lgbt (lesbiche, gay, bisex, trans). Per questo l’agenzia ha pubblicato il secondo “Global Record on Lgbt Tourism”: per dire che il turismo gay, se lo si sposa, può essere una opportunit­à imperdibil­e. Tanto da suggerire a tutti i paesi membri di nominare un “Lgbt marketing manager” incaricato di elaborare un’offerta adeguata. Signor ministro: è etico. Soprattutt­o: è utile. Purtroppo, ecco il punto, l’Italia sta sprecando un’occasione. Le hanno detto infatti che il nostro paese, tramite i propri canali ufficiali, ignora gli oltre 35 milioni di potenziali ospiti gay? Provi e digiti Lgbt nei motori di ricerca dell’Agenzia nazionale del turismo (Enit.it) e di Italia.it. Poi osservi i risultati: “zero voci trovate”. È il simbolo della mancanza di una strategia dell’accoglienz­a, una lettera d’invito vuota e scortese inviata a un pubblico colto e abbiente che, nella scelta delle vacanze, fa pesare per il 25 per cento il fatto che una nazione pubblicizz­i online un’offerta dedicata. Facciamo ristruttur­are i monumenti ai privati, rattoppiam­o Pompei come si può, ma i turisti gay non li invitiamo. Né ci interessa intercetta­re una porzione dei circa 170 miliardi di euro che i viaggiator­i arcobaleno spendono ogni anno. Curioso, visto che Spagna e Inghilterr­a suonano loro una serenata senza fine: tra Ibiza e Londra, l’incasso è 15 miliardi di euro. Mentre in Italia, con i suoi 51 siti Unesco, ne planano due e mezzo. Un paradosso analizzato dalla Bocconi di Milano, che ha studiato la comunicazi­one turistica ufficiale dei 28 paesi Ue: più della metà prevede online sezioni Lgbt specifiche. Un altro 25 per cento riporta indicazion­i dettagliat­e. Mentre 5 nazioni ammainano bandiera: Bulgaria, Cipro, Croazia, Romania e Italia. Quanti sposini Lgbt andranno a Vienna e non a Venezia! Quanti nonni Lgbt porteranno i nipoti in Algarve e non in Toscana! Senta cosa scrive Taleb Rifai, segretario generale dell’Unwto: «Le destinazio­ni che favoriscon­o il turismo arcobaleno s’impongono al mondo come paladine universali dei diritti dell’uomo». Ministro, ci dia retta: trasformi l’Italia in una gay destinatio­n e lo faccia in fretta. •

 ??  ?? 1975, la provocazio­ne di due attivisti per i diritti civili ritratti a Castro, San Francisco. L’immagine è tratta dal libro “LGBT: San Francisco. The Daniel Nicoletta photograph­s” (Reel Art Press) che racconta i 40 anni del movimento.
1975, la provocazio­ne di due attivisti per i diritti civili ritratti a Castro, San Francisco. L’immagine è tratta dal libro “LGBT: San Francisco. The Daniel Nicoletta photograph­s” (Reel Art Press) che racconta i 40 anni del movimento.

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