The Young Issue
«Al centro dell’obiettivo non c’è mai la bellezza, piuttosto l’unicità, quel mondo affascinante, seducente e magico che ognuno costruisce attorno a sé, quel cerimoniale sacro e scintillante che ciascuno di noi segue in un certo momento della propria vita». Nel suo percorso artistico Hedi Slimane, con diversi mezzi e linguaggi, celebra il momento della vita in cui tutto è ancora possibile eppure tutto sta già succedendo: per lui la giovinezza è un messaggio politico, come spiega nell’intervista a pagina 32, una delle pochissime concesse in carriera; e ancor più con la galleria di ritratti che costituiscono lo speciale portfolio di questo numero – volti e corpi imperfetti e magnetici fotografati sotto il sole della California, cui proprio lui ha iniziato qualche anno fa a dare una certa differente luce.
Un progetto che racconta un pezzo di mondo visto con gli occhi delle ragazze della Generazione Z. Un romanzo che cancella alcuni luoghi comuni sugli adolescenti, un commento che mette ordine su certi fastidiosi cliché scritti e letti di recente sui Millennials. Tre storie di giovani italiani che in queste settimane portano in spiaggia le loro idee colorate. Il racconto dell’ultima grande generazione ribelle che, nell’estate di 40 anni fa, pensava di avere già perso e invece. Soprattutto, la copertina scattata da una fotografa, Harley Weir, non ancora trentenne: dopo il numero di luglio firmato da Steven Meisel, è il nostro modo per dire che la storia di Vogue Italia è pensata per non ripetere gli stessi schemi: mese dopo mese, capitolo dopo capitolo, tutto può e deve cambiare.
Fare un giornale come questo, che per definizione deve essere internazionale, si porta dietro un certo rischio di strabismo: vedere bene quello che accade in giro per il mondo, meno bene ciò che di nuovo succede nel nostro Paese – come capita a volte nella vita, che si debba andare lontano per capire quanto è prezioso quel che abbiamo lasciato a casa. Per questo, con il direttore creativo Giovanni Bianco, abbiamo preso un impegno: cercare ogni mese talenti italiani, e fare il possibile per portarli a crescere sul palcoscenico internazionale. Il primo frutto di questo progetto è il portfolio di pagina 84, che mette assieme una selezione dei migliori nomi della nostra fotografia. È un quadro unico, fatto di quindici diversi punti di vista che testimoniano un momento, come in quel verso di Lou Reed citato nel servizio, «so different, and so new». •