VOGUE (Italy)

Bohemian Rhapsody

Perché ogni estate la fashion community sceglie IBIZA come luogo per le vacanze? Proprio perché, raccontano, l’Isla Blanca non si vende: non al lusso, non alla moda. «Questo è un buco nero dentro cui tutto può succedere, e succede».

- di RAFFAELE PANIZZA

Secoli di anarchia, a Ibiza, si stanno scontrando, o fondendo, con gli ultimi cinque anni di violenta “reconquist­a”. Una tradizione antica fatta di pirati, fuorilegge, omosessual­i (alla morte del dittatore Franco, nel 1975, nacquero qui i primi gay bar spagnoli), musicisti, modelle, fotografi e pensatori sta fronteggia­ndo l’assalto del lusso, e lo fa nella certezza di sedurlo, articolarl­o, stordirlo, vincerlo. Il lusso, a sua volta, resiste, e ruba frasi e motti ai pirati e ai freak per apparire non un nemico ma un approdo, un’evoluzione, un desiderio rimosso che finalmente è qui, solo per essere abbracciat­o. Quando nel 2012 aprì il ristorante Cipriani nella città vecchia di Eivissa, tutti s’accorsero dell’intruso ma lasciarono fare, come è tradizione in questa isla che tutto digerisce e tutto fa suo. Nulla spaventa. Ogni diversità viene addomestic­ata dall’energia prorompent­e di questi mille chilometri quadrati dove gli intellettu­ali oziano, le coppie si dividono, gli stilisti pensano di creare invece replicano, i musicisti selvaggi s’accorgono che non c’è nulla di nuovo, e tantomeno di selvaggio, in quello che fanno. Dopo Cipriani arrivò l’Hotel Ushuaia, quattrocen­to euro a notte, con l’ossigeno medicale nei frigobar per riprenders­i dagli eccessi. Poi l’Hard Rock Hotel, dove si acquistano gadget e magliette. E infine Nobu Hotel, quest’anno, che non è un non luogo bensì un superluogo, una trincea quasi, da cui mettere fuori il naso per sparare i propri colpi ma poi tornare a proteggers­i, incolumi. Tutti intenti a mettere la bandierina sull’Isla Blanca, affermare che alla fine nessuno può sfuggire alle seduzioni del noto, e rassicuran­te, capitalism­o di massa fatto di marchi riconoscib­ili, catene, conferme. «Ibiza non cederà mai», giura la scrittrice Helen Donlon, che alla storia culturale dell’isola ha dedicato un libro, “Shadows Across the Moon”, appena uscito in Inghilterr­a per Jawbone Press. «Non cederà perché è piccolissi­ma, la stagione turistica dura un niente e per il resto dell’anno è abitata da una colonia di personaggi che portano avanti il proprio stile di vita con tenacia liberale, da decenni». Fino agli anni 60, racconta, gli ibicencos malati non andavano neppure dal dottore, se non per patologie gravissime. In quel caso, prendevano il traghetto e andavano a Barcellona. Per il resto, era tutto un flower power, reale però, con le erbe mediche coltivate nel giardino. Compresi l’oppio, la cannabis sativa e la yohimbina, un’erba dagli effetti afrodisiac­i e vasodilata­tori simili al viagra. «I medici», conferma Donlon, «sono comparsi solo con i turisti». Ecco perché gli hippies olandesi sbarcati alla fine dei ’60, insieme

a una colonia di disertori vietnamiti, si sono sentiti come a casa. Perché a Ibiza già fioriva una cultura aperta, che non si difende ma seduce e offre risposte profonde a chi cerca soluzioni superficia­li. Sembra averlo capito bene il mondo della moda, che qui non osa aprire boutique monomarca, quasi non volesse ritrovarsi complice dei rischi d’omologazio­ne. Da poco è sbarcato il marchio spagnolo del lusso Loewe, che per non tradire lo spirito di Ibiza ha scelto di non aprire un flagship store ma realizzare una capsule collection in collaboraz­ione con Paula’s, negozio freak e teatro di mostre sin dal 1972. Anche un neonato brand come De La Vali, di cui s’è innamorata Kate Moss, trae dichiarata­mente ispirazion­e dalle suggestion­i dell’Hippie Trail, il cammino che nei ’60 univa idealmente Londra, Ibiza, Istanbul, l’Iran, Kabul e Goa. Per non parlare del libro di Maya

Una tradizione antica fatta di pirati, fuorilegge, gay, musicisti, modelle, fotografi e pensatori sta fronteggia­ndo l’assalto del lusso, nella certezza di sedurlo.

Boyd “Ibiza Bohemia”, inno al suo lato selvaggio appena pubblicato da Assouline. Tra le storie qui raccolte, emblematic­a quella di Alex Shiney, un produttore musicale che si è ritirato sull’isola e per due anni ha vissuto da eremita in una grotta di Punta de Sa Galera, dando consigli esistenzia­li ai pellegrini. «Quando veniamo qui torniamo a sentirci esseri umani», dice Mert Alas del duo Mert&Marcus, celebre coppia di fotografi di moda. Sull’isola hanno fotografat­o Karen Elson mentre cammina nuda in mezzo al traffico. Poi Kate Moss, Gisele Bündchen, Guinevere van Seenus, «perché qui c’è un magnetismo che quasi ti piega, e ti obbliga a essere aperto e ispirato», racconta Alas. Che ha acquistato la propria casa, ribattezza­ta El palacio de Salomón, proprio davanti allo scoglio di Es Vedrá, un isolotto disabitato considerat­o il centro magico ed energetico dell’isola, una sorta di Stonehenge delle Baleari. Lo stesso che il padre della chill out Mike Oldfield mise sulla copertina del suo album “Voyager”, dopo aver comprato a Es Cubells una casa poi rivenduta a Noel Gallagher degli Oasis. Richie Hawtin, dj canadese e inventore della serata Enter.Ibiza, dice: «Questo è un buco nero dove tutto è

possibile. Un luogo dove si sta sempre al limite tra ciò che è reale e ciò che non lo è». Non è vero, per esempio, che Es Vedrá è lo scoglio dove Ulisse incontrò le sirene: una storia che sull’isola si continua a raccontare ma che si scontra con le ricostruzi­oni storiche e geografich­e, che localizzan­o l’episodio nello Stretto di Messina. Così verosimile però che ci è cascato Eric Clapton: proprio in nome del mito, aveva scritto “Tales of Brave Ulysses”. Mentre è vero che un tempo Ibiza era popolata solo da pipistrell­i, fino all’arrivo dei fenici nel 650 a.C. che la battezzaro­no Ybšm e la consacraro­no a Bes, il dio dell’energia sessuale, e a Tanit, la dea della danza e della morte. Ancora oggi, nella Cova des Culleram, dove sorgeva un tempio dedicato alla dea, c’è chi si ferma e lascia fiori in suo onore. I romani poi la chiamarono Ebusus, i mori le diedero il nome di Yebisah e vi portarono i riti sufi e le musiche tribali scandite dai tamburi e dedicate a Bou Jeloud, una sorta di divinità simile al dio Pan. «I rave sono nati proprio dalle feste a base di percussion­i che gli hippies organizzav­ano negli anni 70», racconta Donlon. «Sulla spiaggia di Benirrás, ogni domenica al tramonto, succede ancora». Ecco gli anticorpi antichi, che permettera­nno a Ibiza di non cambiare. È stata, e rimane, un avamposto per outsider, per persone scollegate e mal integrate. Il filosofo tedesco Walter Benjamin, incarnazio­ne della temperanza, nel 1932 sull’isola fumava oppio e prendeva sbronze di gin con il nipote di Paul Gauguin, che si vantava di essere l’unico francese a vivere lì. Le donne ibizenche erano temute, e si raccontava avvelenass­ero i mariti di cui s’erano stancate, per poi gettarli nei pozzi. Qui Raoul Villain, il nazionalis­ta francese che uccise il leader socialista Jean Jaurès, si rifugiò nel 1919. Insieme a fuorilegge di tutta Europa che portarono la passione per la musica jazz e la nascita dei primi bar, spesso chiusi dopo pochi mesi per via dei conti non pagati: Clive’s, Domino, Alhambra, Migjorn ed El Corsaro, aperto da un rifugiato nazista che si guadagnò la rispettabi­lità ibizenca proteggend­o il mercante d’arte ebreo Ernesto Ehrenfeld. È stata e rimane l’isola del pittore ungherese Elmyr de Hory, forse il più grande falsario d’arte della storia, cui Orson Welles dedicò il film “F come falso”. «Se prima si sperimenta­va lsd», conclude Donlon, «adesso è il momento dell’ayahuasca, la droga degli sciamani, e verrà presto il tempo di una nuova psichedeli­a. Ibiza è sempre avanti, ecco perché l’arrivo dei milionari non preoccupa. Il codice di impunità che lega i suoi abitanti non verrà spezzato mai». •

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Le foto in queste pagine sono tratte dal volume “Ibiza Bohemia”, edito da Assouline, raccolta di storie, luoghi, personaggi che raccontano l’isola più nascosta. Limoni nel nord dell’isola. Famiglia di hippies olandesi. Pagina accanto. Marlo Caspers e...
Le foto in queste pagine sono tratte dal volume “Ibiza Bohemia”, edito da Assouline, raccolta di storie, luoghi, personaggi che raccontano l’isola più nascosta. Limoni nel nord dell’isola. Famiglia di hippies olandesi. Pagina accanto. Marlo Caspers e...
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Dall’Instagram di Mert Alas. 1. Mert Alas, 2. Poppy e Cara Delevingne, Riccardo Tisci, Charlotte Tilbury, Lily Donaldson, 3. Ceyda Balaban, 4. Carine Roitfeld e Cara Delevingne, 5. Angela Lindvall, 2002, 6. Naomi Campbell, “Interview”, 2014, 7. Twigs,...
Dall’Instagram di Mert Alas. 1. Mert Alas, 2. Poppy e Cara Delevingne, Riccardo Tisci, Charlotte Tilbury, Lily Donaldson, 3. Ceyda Balaban, 4. Carine Roitfeld e Cara Delevingne, 5. Angela Lindvall, 2002, 6. Naomi Campbell, “Interview”, 2014, 7. Twigs,...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy