Sette continenti Palermo. Un giardino culturale
Un giardino culturale
Frutto di una stratificazione millenaria il capoluogo siciliano sta vivendo una rinascita. Grazie a iniziative e a proposte artistiche innovative.
Permolti Palermo è un vero enigma. Con quale altra parola definire una città (oggi con oltre 670mila abitanti) che racchiude in sé millenni di storia e di contaminazioni culturali? In posizione centrale all’interno del-Mediterraneo e ponte fra Europae Nord Africa, il capoluogo siciliano ha segnato la storia. Crogiuolo di culture, conoscenze e personaggi intramontabili già molti secoli prima che Federico II vi trascorresse la gioventù, viene così descritta da Ibn Gubayr, poeta e viaggiatore arabo che la visitò alla fine del XII secolo: « Antica ed elegante, splendida e aggraziata, ci appare con aspetto allettante: superba tra le sue piazze e i suoi dintorni che sono tutti un giardino. I palazzi del re circondano il centro della città comemonili intorno alla gola e al seno di una bella fanciulla».
Coesistenza e arte
Negli ultimi due secoli Palermo ha conosciuto momenti bui, legati alla sua marginalità rispetto al resto dell’Italia. Nel dopoguerra diviene terra di confine, una sorta di spazio a sé, in cui la linea fra legalità e illegalità si assottiglia a tal punto da risultare quasi indistinguibile. Ma quei tempi stanno passando e oggi la città vive un’importante rinascita sociale e culturale. Per chi l’havisitata inpassato, magarimolti anni fa, tornarci oggi puòrappresentare una piacevolissima sorpresa. Nominata Capitale italiana della cul
tura 2018, Palermo ha per questa occasione giocato tutte le sue carte, rivelando una peculiare vocazione per l’arte e la contemporaneità. Lasciamo dunque alle guide i capolavori arabonormanni, gli stucchi barocchi e le visite ai quartieri più pittoreschi, e andiamo a scoprire questa nuova identità culturale che si sta plasmando. Dalla metà di giugno ai primi di novembre del 2018 Palermo ospiterà
Manifesta, la Biennale nomade europea dedicata all’arte contemporanea ( le ultime due edizioni si sono tenute a San Pietroburgo e a Zurigo). Il tema di quest’anno è «Il Giardino Planetario. Coltivare la Coesistenza». Decine di eventi in cui sono coinvolte la maggior parte delle istituzioni culturali palermitane e siciliane. Manifesta consentirà ai visitatori di vedere raccolte in città le opere di alcuni fra i più importanti artisti contemporanei: da Michelangelo Pistoletto, presente con
Love Difference a palazzo Sant’Elia, al cileno Afredo Jaar, da Jan Fabre, scul- tore, coreografo e regista, a Jelili Atiku che, per inciso, sta cercando collaboratori per la sua performance ( m12.
manifesta.org). All’insegna del tema della contaminazione e dell’incontro culturale, da giugno a settembre, si tiene allo ZAC, i Cantieri culturali della Zisa, Re-Significations. Percorso ideato dal premio Nobel per la letteratura nigeriano Wole Soyinka, è una riflessione sul tema del «nero» e dei rapporti, assai vivi in Sicilia, fra cultura mediterranea e Africa ( palermocapitalecultura.it).
Sempre a cavallo dell’estate, vale la pena segnalare un’altramostra di rilievo. A palazzo Sant’Elia, a cura di Achille Bonito Oliva, si terrà dalla metà di giugno ai primi di agosto una retro- spettiva del lavoro dell’artista giapponese Shozo Shimamoto. Esponente del gruppo Gutai, è stato uno degli artisti più sorprendenti e coraggiosi del Giappone contemporaneo ( fondazionesan
telia.it). Per gli amanti della fotografia dueeventi danonperdere: Robert Capa
Retrospective, da settembre all’Albergo dei Poveri, presenta cento immagini di quello che molti considerano come il maggiore fotoreporter di tutti i tempi.
Il verde in città
Il tema di Manifesta trova nella Palermo «verde» una sua ideale prosecuzione, a partire proprio dall’Orto botanico. Ideatoallafinedel Settecento, sotto l’impulso classificatorio tipico della scienza illuminista, èunveroeproprio
museo vivente costellato dimeraviglie vegetali – fra cui una celebre-Araucaria alta 40 metri – provenienti da luoghi lontani e fra cui sono incastonati edifici in stile neoclassico e la serra Carolina, il giardino d’inverno regalato da Carolina di Borbone.
Da non perdere il Parco della Favorita, inizialmente adibito da Ferdinando IV di Borbone a riserva di caccia e ad area dedicata alle sperimentazioni botaniche. Al suo interno troneggia la curiosa e un po’ bizzarra Palazzina Cinese, quasi un delirio esotico, recentemente ristrutturata e restaurata. Infine, il giardino di Villa Giulia, detta anche «La Flora», aperto su prenotazione. Mirabile fusione di elementi neoclassici e impeti romantici, va vissuto come un’esperienza spirituale: percorrete il magnifico Viale delle Palme ( nell’immagine a sinistra) fino a raggiungere la Fontana del Genio… Vi sentirete più vicini a Goethe nel suo celebre Viaggio in Italia.