Per essere ‘sovrani’: no alla sicurezza alimentare
Dell’iniziativa popolare «Per la sicurezza alimentare» resta ben poco nel controprogetto. Al posto delle iniziali legittime rivendicazioni dell’Usc, si trovano formulazioni vaghe e ben conosciute dagli agricoltori, come “un’agricoltura e una filiera alimentare orientate verso il mercato”, che rincara la pressione ad essere sempre più imprenditore, in realtà un agricoltore sempre più solo di fronte alle grosse aziende dell’agroalimentare. Anche l’enfasi sulle relazioni commerciali transfrontaliere lascia pensare solo ad un adeguamento al ribasso ai prezzi del mercato europeo. Questa sicurezza alimentare è insidiosa e fumosa: se teniamo all’agricoltura svizzera e alla nostra alimentazione, dobbiamo esprimerci ancora più fortemente “Per la sovranità alimentare”, un concetto completo e dettagliato che predilige la produzione interna rendendola accessibile ai cittadini-consumatori direttamente dall’agricoltore. L’iniziativa “Per la sovranità alimentare” è riuscita e sarà tema di votazione nel corso del prossimo anno, si tratta di un testo molto ben articolato e puntuale nel promuovere l’occupazione in agricoltura, nel garantire una trasparente ed equa formazione del prezzo nelle filiere agro-alimentari, nel conciliare l’offerta di prodotti agricoli con la domanda dei consumatori e sostenere la vendita diretta, la diversificazione e la trasformazione della produzione indigena. L’invito è quello a non abboccare alla “sicurezza” ma esigere ben altre garanzie per la propria salute e per quella del territorio: sovranità alimentare è il diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, insomma: il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo. E vissero tutti sovrani e sicuri! Lea Ferrari, agronoma,
Partito Comunista