Argo 1, il rapporto è in governo
Il perito ha risposto ai quattro quesiti. Letto il documento, l’Esecutivo potrebbe chiedergli ulteriori approfondimenti.
Il perito designato dal governo ha allestito l’atteso documento. Sul dossier Argo 1 l’avvocato e già procuratore pubblico Marco Bertoli ha consegnato ieri pomeriggio al Consiglio di Stato il proprio rapporto. All’ex magistrato inquirente l’Esecutivo aveva affidato agli inizi di ottobre la perizia per approfondire dal profilo amministrativo alcuni aspetti legati alla gestione del controverso mandato attribuito a suo tempo dal Dipartimento sanità e socialità all’agenzia di sicurezza bellinzonese Argo 1 per la sorveglianza di centri d’accoglienza per richiedenti l’asilo. Quattro i quesiti a cui doveva rispondere Bertoli. E fra questi – quello centrale – è per quale motivo, o per quali motivi, si è arrivati ad assegnare il mandato alla Argo 1. Sull’esito delle valutazioni del perito bocche per ora cucite. Alla ditta l’incarico era stato conferito dal Dss, guidato dal popolare democratico Paolo Beltraminelli, nel 2014. Un mandato diretto e rinnovato negli anni successivi dal Dipartimento, senza però alcuna risoluzione governativa. Come poi accertato dal Controllo cantonale delle finanze (Ccf), sollecitato dalla sottocommissione parlamentare Vigilanza della Gestione, il mandato è costato al Cantone, dunque all’erario, quasi 3,4 milioni di franchi. Quasi 3,4 milioni per un incarico durato dal luglio del 2014 alla fine di gennaio di quest’anno. In pratica sino all’arresto del responsabile operativo e di un agente della Argo 1 (quest’ultimo, dalla doppia nazionalità, svizzera e turca, era finito in manette per terrorismo), arresti scattati nell’ambito di due inchieste penali, una cantonale e l’altra federale, per reati differenti. Il Ccf ha inoltre appurato che la procedura adottata dal Dss nell’assegnazione del mandato all’agenzia sopracenerina, nel frattempo fallita, non ha rispettato la legge sulle commesse pubbliche. Quattro, come detto, i quesiti posti dal Consiglio di Stato al perito. Il primo: perché si è fatto capo ad Argo 1? Il secondo: dopo il periodo di prova di quattro mesi erano date le condizioni per confermare il mandato? Il terzo: quali verifiche venivano svolte dai collaboratori dell’Ussi, l’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento (l’inchiesta giornalistica di ‘Falò’ della Rsi aveva parlato di controlli preannunciati)? Quarto quesito: quale controllo veniva effettuato sul personale impiegato e come si accertavano le ore registrate e fatturate dalla ditta di sicurezza? L’ex procuratore pubblico Bertoli ha evaso i quattro quesiti. Nell’incontro di ieri con il governo, il perito ha fatto una sintesi del rapporto. Rapporto che ora il Consiglio di Stato leggerà. La palla a questo punto è nel
campo dell’Esecutivo. Il quale, prima di adottare eventuali provvedimenti alla luce delle valutazioni del perito, potrebbe chiedere a Marco Bertoli di approfondire taluni punti. La scorsa settimana, intanto, vi è stato il prepensionamento di Renato Scheurer, responsabile in seno al Dipartimento sanità e socialità
dell’Ussi nonché del settore dell’asilo, dalla cui conduzione era stato esautorato in marzo su decisione dello stesso Dipartimento. Sarà importante capire il motivo o i motivi (fondati? non fondati?) per cui è stata scelta Argo 1 per un compito estremamente delicato, quale la sorveglianza di centri per richiedenti l’asilo. Una vicenda intricata e politicamente perlomeno imbarazzante, sulla quale indagano anche il Ministero pubblico e il Gran Consiglio con una commissione d’inchiesta, la quale martedì ha fra l’altro incontrato il procuratore generale John Noseda e il perito Bertoli.