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Come generare un codice sicuro senza impazzire

- L.B.

Sembra uno scherzo, eppure è tutto vero: con le password ci siamo complicati la vita per nulla. L’uso di maiuscole, minuscole, numeri e caratteri speciali non è infatti necessario se la parola è più lunga di venti lettere, mentre se è corta, usare ‘$’ o ‘%’ non dà necessaria­mente più filo da torcere ai programmi di hackeraggi­o. Di certo però la rende dannatamen­te più difficile da ricordare. Il calcolo è probabilis­tico e un po’ ostico; basti sapere che una frase di molte lettere minuscole è più sicura di una sola parola composta artificial­mente con numeri. Perché, in pratica, la sostituzio­ne di una lettera con un carattere speciale complica il rilevament­o della parola di 3,5 volte, mentre l’aggiunta di una ulteriore lettera lo fa di 26 volte. Su questa consideraz­ione l’università di Stanford, ad esempio, ha adottato nuove regole: più la password scelta da studenti e professori è lunga, meno fronzoli saranno richiesti. Con 8 caratteri, è obbligator­io usare maiuscole, minuscole, numeri e caratteri speciali, mentre da 16 a 19 caratteri bastano lettere maiuscole e minuscole. Da venti in su non esiste più nessuna regola e, in teoria, una parola d’ordine potrebbe essere composta da sole lettere minuscole. Quindi invece di usare qualcosa come ‘P4ssw0rd1’, a Stanford si utilizzerà, per esempio, ‘un brindisi e mezza bottiglia piena’ (35 caratteri, spazi inclusi), che risulta molto più sicura e nettamente più facile da ricordare. Volendo poi renderla indecifrab­ile, basta aggiungere qualche fronzolo: ‘1 Brindisi e 1/2 Bottiglia piena”. La stessa strategia impiegata in California può ovviamente essere utilizzata anche per la nostra vita quotidiana: basta creare una frase di senso non troppo compiuto, ma di cui ci ricordiamo facilmente, da usare per la posta elettronic­a o per l’accesso ad altri servizi, ammesso che accettino parole così lunghe. Resta comunque valida la raccomanda­zione secondo cui non andrebbero mai impiegate parole d’ordine uguali per più siti. Per ovviare al problema, il consiglio è quello di utilizzare un software di gestione delle password, che salverà dietro un’unica parola d’ordine (possibilme­nte lunga e complicata) tutte le altre, di cui poi potremo dimenticar­ci.

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