laRegione

Una gasata di troppo

Dodici mesi sospesi a un 19enne fermato in moto a Novazzano mentre viaggiava a 102 km/h

- Di Prisca Colombini

La Corte delle Assise correziona­li non ha creduto al gesto involontar­io. Il giudice: ‘Sarebbe stato meglio dire che voleva provare adrenalina’.

Lui, il 19enne della regione comparso ieri davanti alla Corte delle Assise correziona­li di Mendrisio per rispondere di infrazione grave alle norme della circolazio­ne, lo ha definito «un errore grave da non commettere più». Nel maggio scorso era stato pizzicato da un radar sulla Torraccia di Novazzano mentre, in sella alla sua moto, 125 centimetri cubici di cilindrata, viaggiava a 102 chilometri all’ora dove il limite è 50. Il giudice Amos Pagnamenta, che lo ha condannato a 12 mesi di detenzione sospesi per un periodo di prova di due anni, si è però detto «preoccupat­o per l’atteggiame­nto». Sulle spalle del giovane, infatti, pendeva già una multa per eccesso di velocità e nei due casi si è giustifica­to con fattori esterni: il malfunzion­amento del tachimetro nel primo caso e un’involontar­ia accelerata nel caso che lo ha portato ieri in aula. Fatto che, a mente del presidente della Corte, «non lo porta a essere del tutto responsabi­le di quanto accaduto. Sarebbe stato meglio ammettere l’errore e dire che voleva provare adrenalina». Quella mattina di fine maggio, il 19enne si è trovato «per la prima volta» lungo via Torraccia, nella zona abitata. «Avevo quella moto da una settimana – ha raccontato rispondend­o alle domande del giudice –. Conoscevo le prestazion­i: non vedendo nessuno, ho dato quella punta di gas». ll giovane ha dichiarato di «essersi accorto che la moto stava andando veloce perché mi ha dato una spinta all’indietro. Quando per sbaglio ho dato un’altra punta di gas, mi sono accorto che il limite era 50 e mi sono reso conto che stavo andando ben al di sopra. Ho così iniziato a frenare gradatamen­te tirando la frizione, per evitare di frenare bruscament­e e di cadere». La Corte ha stabilito che per fare superare i 100 all’ora a una moto, anche se in una strada in discesa, «occorre gasare – ha spiegato Pagnamenta –, inserendo le marce dalla prima alla sesta». La colpa dell’imputato è quindi stata definita «oggettivam­ente e soggettiva­mente grave – ha concluso il giudice –, considerat­o l’importante superament­o del limite e l’essersi reso conto che stata circolando a velocità elevata conoscendo le prestazion­i del veicolo». A mente dell’accusa, rappresent­ata dal procurator­e pubblico Paolo Bordoli che ha proposto una condanna a 12 mesi sospesi, «il limite di velocità non è la preoccupaz­ione principale» dell’imputato, il quale «non è un criminale incallito, ma ha sbagliato». La «scusa legittima» di un’improvvisa accelerazi­one «non regge, perché stava già andando sopra il limite». Moto del genere, ha concluso Bordoli, «non vengono portate a quelle velocità con colpettini di gas casuali ed è questo che per l’accusa l’imputato ha vo-

luto fare quel giorno, anche se non lo ammette». L’avvocato Manuel Bergamelli ha sostenuto che il 19enne «è sempre stato limpido e sincero nel non sminuire quanto successo. L’avere visto un rettilineo senza traffico gli ha dato quella sicurezza in più, ma la convinzion­e è che non abbia mai voluto raggiunger­e

una velocità simile». Citando un altro processo legato al pacchetto di misure ‘Via Sicura’ – «gli intenti sono più che nobili, ma quando la legge mischia crimini gravi e meno gravi cessa di essere una legge giusta e diventa iniqua» – il legale ha chiesto una condanna non superiore alle 150 aliquote sospese. Il 19enne è stato riconosciu­to colpevole anche di guida senza autorizzaz­ione per negligenza a seguito del rilascio di una licenza per allievo conducente per una categoria diversa da quella richiesta. Reato per il quale la Corte, Legge sulla circolazio­ne stradale alla mano, lo ha riconosciu­to esente da pena.

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TI-PRESS Il limite massimo consentito su quel tratto di strada è di 50 all’ora

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