Quei petti ‘gonfi’ sotto le divise
Lo diciamo subito: non si vuol fare di un’erba un fascio. Ma si sa che la gramigna è capace, da sola, di compromettere interi raccolti. È quanto ci pare capiti, sempre più spesso, all’interno di quanti sono chiamati a salvaguardare la sicurezza dei cittadini: agenti di polizia e guardie private, sempre meno tutori dell’ordine e sempre più ‘innescatori’ di violenze gratuite. Ieri ne abbiamo avuto una nuova conferma dalle immagini registrate nelle videocamere della città e del comando della Polcom. Prima i ‘marcantoni’ della discoteca luganese che inseguono, una volta fuori dal locale pubblico, il giovane ubriaco e lo gettano con forza a terra. Si era già allontanato, perché placarlo in quel modo? Mal che vada si sarebbe preso una denuncia per danneggiamento. Poi l’agente, supportato dai tre colleghi, che seppur ammanettato e isolato in un angolo il fermato, reagisce togliendogli la sedia e colpendolo in più occasioni. A ‘preoccupare’, sotto quelle divise, i petti gonfi degli agenti e le mani sulle pistole, forti di un distintivo che sarebbe chiamato diversamente a stemperare gli animi anziché fomentarli. E soprattutto quel sorriso compiaciuto del collega dopo aver assolto al proprio... compito: le botte. Gratuite.