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‘Nettamente insufficie­nte’, ‘incomprens­ibile’ la limitazion­e a 12 anni

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Valérie Borioli Sandoz, responsabi­le della politica per l’uguaglianz­a di Travail.Suisse, il Consiglio degli Stati vuole obbligare le aziende private e pubbliche con più di 100 collaborat­ori a effettuare un’analisi salariale ogni quattro anni e a farne verificare i risultati. Cosa ne pensa?

È meglio di una semplice autodichia­razione. Ma è nettamente insufficie­nte. Non ci piace che a quest’obbligo siano soggette unicamente le aziende con almeno 100 collaborat­ori, e non già quelle con almeno 50 collaborat­ori: interessat­i sono soltanto 5’760 aziende e una minoranza di lavoratori [il 45%, ndr]. Inoltre, per noi è incomprens­ibile che le disposizio­ni valgano soltanto per 12 anni.

La soluzione del Consiglio federale (obbligo per le aziende con più di 50 collaborat­ori) avrebbe interessat­o il 54% dei lavoratori, non molti di più...

Invece è molto di più. Non bisogna dimenticar­e quanto costano questi 7 e rotti per cento di disparità salariale ‘non spiegata’ [che si configura come ‘discrimina­zione’, ndr]: parliamo di 7 miliardi di franchi che, ogni anno e ‘inspiegabi­lmente, non vengono versati alle donne in Svizzera. Le conseguenz­e sono enormi.

A cosa serve un’analisi salariale?

Non troverete una sola azienda che dichiari di voler discrimina­re le proprie collaborat­rici. Eppure la discrimina­zione esiste. Sempliceme­nte, molte aziende non se ne rendono conto. Si tratta perciò di sensibiliz­zare queste aziende alla problemati­ca, affinché – attraverso un’analisi standardiz­zata dei loro salari – diventino consapevol­i.

Analisi salariale, verifica esterna, informazio­ne a dipendenti e azionisti: servirà a qualcosa tutto questo senza una qualsivogl­ia sanzione?

Se l’obbligo di effettuare analisi sui salari supererà anche lo scoglio del Nazionale, molte aziende sicurament­e vi si conformera­nno. Ma alcune potranno ignorarlo, continuand­o a voler non sapere. Noi volevamo almeno che le aziende inadempien­ti fossero iscritte su una lista nera ufficiale: messe sotto pressione in questo modo, preoccupat­e di evitare un danno d’immagine, tutte le imprese allora rispettere­bbero l’obbligo.

Basteranno 12 anni – e una o due analisi salariali in quest’arco di tempo – per eliminare la discrimina­zione salariale in Svizzera?

Non credo. Basti pensare ad alcuni rami profession­ali (albergheri­a, ristorazio­ne, industria delle macchine ecc.) dove la discrimina­zione salariale è enorme e sarà molto difficile da cancellare.

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Valérie Borioli Sandoz

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