Cottarelli, o forse no
Roma – Che sarà Carlo Cottarelli è ancora in forse. Il presidente del Consiglio incaricato tornerà questa mattina da Sergio Mattarella, ma non si sa se per sottoporgli una lista di ministri, o per sentirsi dire (o annunciare lui stesso) di lasciar perdere. La giornata di ieri si è chiusa infatti in un gran casino. Le agenzie hanno scritto che il presidente della Repubblica starebbe valutando due scenari opposti: scioglimento immediato delle camere e elezioni a fine luglio, o un accordo con le forze politiche per una fiducia “tecnica” al fine di varare una legge di bilancio ridotta all’osso e consentire il voto subito dopo, a ottobre. Neanche il tempo di battere la notizia e Gigino Di Maio annuncia che l’impìcment non è più all’ordine del giorno, aggiungendo che sì, la richiesta di voto al più presto rimane, ma che lui è pronto a collaborare con il Colle (Mattarella), consapevole della situazione “veramente difficile”. Non solo: “Se abbiamo sbagliato qualcosa lo diciamo”, ma Signor Presidente ci dia un’altra possibilità... Un rientro nei ranghi che sa di confusione, ma che richiama la prudenza mostrata da Salvini: “Mattarella ha sbagliato – ha scritto su Féisbùch – ma basta insulti”. Diciamo che l’euforia iniettata in vena dai sondaggi che già al mattino davano la Lega in ascesa irrefrenabile si è guardata attorno e ha constatato che puoi parlare da tutti i balconi di Piazza Venezia che vuoi, ma poi dovrai fare i conti con la stramaledetta Europa. Mentre il rating in calo del 5Stelle sembra avere suggerito a Gigino le parole prudenti di cui sopra. Insomma, si andrà a votare, ma chissà quando. O forse no. Oggi Cottarelli riferirà a Mattarella. E le Borse vadano a quel paese. Già, quale?