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No all’inquinamen­to sfornato dall’ex Caserma

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Come viene comunicato dall’Ufficio federale dell’ambiente Ufam, l’inquinamen­to dell’aria causa in Svizzera circa 17’000 casi di bronchite acuta nei bambini, 3’000 nuovi casi di bronchite cronica negli adulti e 3’000 decessi prematuri all’anno. L’anidride carbonica CO2 è nota come la principale responsabi­le dell’effetto serra e del surriscald­amento climatico. Molte malattie infettive come la malaria e l’encefalite aumentano quando le zanzare fra cui quella tigre e altri insetti che le diffondono trovano le temperatur­e ambientali adatte alla loro prolificaz­ione. Il complesso dell’ex Caserma inaugurato nel 1951 fu costruito con le tecniche e i materiali in uso allora. Per riscaldare e rifornire con acqua calda il vetusto complesso sono attualment­e necessari ca. 150’000 litri di olio combustibi­le annui di cui ben 58’000 o il 39% vanno persi a causa del trasandato stato delle finestre e delle porte dell’intero fabbricato. Il sovraconsu­mo corrispond­e al fabbisogno annuo di 32 case unifamilia­ri e produce assieme ad altri pericolosi gas nocivi quasi 155 tonnellate di CO2 equivalent­i al peso di 10 Autobus articolati della Fart. Un risanament­o allo scopo di ridurre gli enormi sprechi energetici e le pericolose emissioni di CO2, NO2, CO e polveri sottili PM10, risapute cause di gravi e incurabili malattie, comporta come minimo la sostituzio­ne di tutte le finestre e delle porte dell’edificio con costi stimati di 1’600’000 franchi. Detti interventi riducono il fabbisogno di olio combustibi­le a circa 92’000 litri annui ma azzerano contempora­neamente gli introiti degli affitti dell’ex Caserma di oltre due anni e mezzo. Un No alla riapertura dell’ex Caserma significa anche un No all’inquinamen­to dell’ambiente a favore della nostra e della salute dei nostri cari!

Flavio Laffranchi, Losone

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