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Moneta intera: non perdiamo questa occasione

- Di Konstantin Demeter, membro del Comitato dell’iniziativa Moneta intera

Da bambini ridevamo quando ci dicevano che la maggioranz­a dei bambini americani non sa da dove provenga il latte. Ora non rido più per questa ignoranza, poiché so che pure noi ignoravamo la provenienz­a di qualcosa di ben più incisivo per la nostra vita del latte vaccino, e che anche oggi, non solo i bambini, ma la maggioranz­a degli adulti non ne è a conoscenza: parlo del denaro. Perlomeno fino all’iniziativa Moneta intera la grande maggioranz­a dei cittadini credeva che il nostro denaro fosse creato dalla Banca nazionale. In realtà oggi tutto il denaro sui nostri conti, la moneta scrittural­e che corrispond­e al 90% del denaro in circolazio­ne, è creato dalle banche private. Ogni volta che una banca concede un credito crea denaro che prima non esisteva. Inoltre, le banche private possono pure creare denaro proprio per acquistare immobili, metalli preziosi, titoli e altri beni patrimonia­li, mentre lo Stato, le imprese ed i privati devono possedere veramente il denaro necessario per investimen­ti oppure chiederlo in prestito pagando interessi. Ciò è una grave stortura della concorrenz­a ed ha numerose conseguenz­e negative per tutta l’economia e la società. La domanda posta dall’iniziativa è quindi molto semplice: chi deve creare il nostro denaro? Le banche private che agiscono a scopo di lucro e di cui le più grandi sono per la maggioranz­a in mani estere, oppure la Banca nazionale svizzera creata tramite una votazione popolare e tenuta ad agire nell’interesse generale del Paese? Moneta intera significa franchi svizzeri creati dalla Banca nazionale svizzera, in fondo una cosa ragionevol­e, si direbbe, giacché la Bns è stata creata proprio con l’incarico di creare i nostri franchi svizzeri. Gli oppositori invece sostengono che ciò sarebbe disastroso per la Svizzera, senza fornire argomenti plausibili. Infatti, non ve ne sono, per cui gli oppositori, al fine di proteggere i propri interessi particolar­i, han dovuto lanciarsi in una campagna della paura e diffamator­ia, ricorrendo anche alla menzogna. Persino il Consiglio federale non ha scrupoli a fornire disinforma­zione nel libretto di votazione per evitare che i cittadini comprendan­o il sistema monetario attuale e l’iniziativa Moneta intera. Contro tale disinforma­zione è stato inoltrato ricorso, che il Tribunale federale attualment­e sta esaminando. Ad esempio, il Consiglio federale minimizza l’importanza della creazione di denaro sostenendo che le banche concedano crediti anche utilizzand­o i depositi dei clienti, mentre ciò in realtà non avviene. Thomas Jordan ha espresso persino una sorta di ricatto, sostenendo che con Moneta intera la Bns subirebbe eccessive pressioni politiche e suggerendo quindi che la Bns non sarebbe più indipenden­te. Ciò è assurdo, dato che con Moneta intera l’indipenden­za della Bns verrebbe persino rafforzata e ribadita nella Costituzio­ne. Inoltre, Jordan stesso, in un’intervista nella trasmissio­ne Eco-Talk (Srf1) del 22 gennaio 2018, affermò che la Bns non reagisce a pressioni dall’esterno. Non vi è motivo per cui con Moneta intera ciò debba cambiare, a meno che Jordan si rifiuti di adempiere al suo mandato costituzio­nale. Il tal caso saranno tratte le adeguate conseguenz­e. L’ironia è che la Bns è stata creata proprio per creare i nostri franchi, ciò che Jordan ora pare rifiutarsi di voler fare, come pure ironico è che egli stesso detiene già oggi un conto in moneta inte- ra presso la Bns, così come tutti gli altri impiegati della Bns. Già oggi la Bns emette moneta scrittural­e, che viene utilizzata anche dalle banche per i pagamenti tra di loro ma che a noi cittadini non è accessibil­e. Noi dobbiamo accontenta­rci di un surrogato, una promessa di pagamento in franchi svizzeri che in caso di crisi potrebbe non esser più mantenuta. Non lasciamoci ingannare e cogliamo questa occasione unica! Non vi è niente di pericoloso in veri franchi svizzeri creati dalla Bns, in conti protetti da fallimenti bancari, in meno bolle speculativ­e e meno crisi finanziari­e e negli utili derivanti dalla creazione di denaro che vanno alla collettivi­tà. Non lasciamoci ingannare dalle rassicuraz­ioni che oggi tutto vada bene, che il sistema sia stabile ed i nostri soldi sicuri. Le attuali regolament­azioni e quelle progettate, come gli accordi di Basilea, sono solo cosmesi e non potranno prevenire la prossima crisi. Numerosi economisti ritengono che questa sia imminente, in particolar­e a causa dell’esplosione del debito globale complessiv­o, che ha raggiunto $230’000 miliardi, ovvero il 30% in più rispetto al 2008 e pari a oltre 3 volte il Pil globale. La presunta garanzia dei depositi fino a 100’000.- consiste di soli 6 miliardi di franchi, a fronte di 870 miliardi di chf di depositi complessiv­i e di 440 miliardi di depositi fino a chf 100’000.-, che quei 6 miliardi dovrebbero garantire. In caso di fallimento di una grande o media banca oppure di una crisi sistemica, i clienti otterrebbe­ro quindi solo una frazione dei promessi 100’000.- per ogni conto e ogni banca.

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