Moneta intera: non perdiamo questa occasione
Da bambini ridevamo quando ci dicevano che la maggioranza dei bambini americani non sa da dove provenga il latte. Ora non rido più per questa ignoranza, poiché so che pure noi ignoravamo la provenienza di qualcosa di ben più incisivo per la nostra vita del latte vaccino, e che anche oggi, non solo i bambini, ma la maggioranza degli adulti non ne è a conoscenza: parlo del denaro. Perlomeno fino all’iniziativa Moneta intera la grande maggioranza dei cittadini credeva che il nostro denaro fosse creato dalla Banca nazionale. In realtà oggi tutto il denaro sui nostri conti, la moneta scritturale che corrisponde al 90% del denaro in circolazione, è creato dalle banche private. Ogni volta che una banca concede un credito crea denaro che prima non esisteva. Inoltre, le banche private possono pure creare denaro proprio per acquistare immobili, metalli preziosi, titoli e altri beni patrimoniali, mentre lo Stato, le imprese ed i privati devono possedere veramente il denaro necessario per investimenti oppure chiederlo in prestito pagando interessi. Ciò è una grave stortura della concorrenza ed ha numerose conseguenze negative per tutta l’economia e la società. La domanda posta dall’iniziativa è quindi molto semplice: chi deve creare il nostro denaro? Le banche private che agiscono a scopo di lucro e di cui le più grandi sono per la maggioranza in mani estere, oppure la Banca nazionale svizzera creata tramite una votazione popolare e tenuta ad agire nell’interesse generale del Paese? Moneta intera significa franchi svizzeri creati dalla Banca nazionale svizzera, in fondo una cosa ragionevole, si direbbe, giacché la Bns è stata creata proprio con l’incarico di creare i nostri franchi svizzeri. Gli oppositori invece sostengono che ciò sarebbe disastroso per la Svizzera, senza fornire argomenti plausibili. Infatti, non ve ne sono, per cui gli oppositori, al fine di proteggere i propri interessi particolari, han dovuto lanciarsi in una campagna della paura e diffamatoria, ricorrendo anche alla menzogna. Persino il Consiglio federale non ha scrupoli a fornire disinformazione nel libretto di votazione per evitare che i cittadini comprendano il sistema monetario attuale e l’iniziativa Moneta intera. Contro tale disinformazione è stato inoltrato ricorso, che il Tribunale federale attualmente sta esaminando. Ad esempio, il Consiglio federale minimizza l’importanza della creazione di denaro sostenendo che le banche concedano crediti anche utilizzando i depositi dei clienti, mentre ciò in realtà non avviene. Thomas Jordan ha espresso persino una sorta di ricatto, sostenendo che con Moneta intera la Bns subirebbe eccessive pressioni politiche e suggerendo quindi che la Bns non sarebbe più indipendente. Ciò è assurdo, dato che con Moneta intera l’indipendenza della Bns verrebbe persino rafforzata e ribadita nella Costituzione. Inoltre, Jordan stesso, in un’intervista nella trasmissione Eco-Talk (Srf1) del 22 gennaio 2018, affermò che la Bns non reagisce a pressioni dall’esterno. Non vi è motivo per cui con Moneta intera ciò debba cambiare, a meno che Jordan si rifiuti di adempiere al suo mandato costituzionale. Il tal caso saranno tratte le adeguate conseguenze. L’ironia è che la Bns è stata creata proprio per creare i nostri franchi, ciò che Jordan ora pare rifiutarsi di voler fare, come pure ironico è che egli stesso detiene già oggi un conto in moneta inte- ra presso la Bns, così come tutti gli altri impiegati della Bns. Già oggi la Bns emette moneta scritturale, che viene utilizzata anche dalle banche per i pagamenti tra di loro ma che a noi cittadini non è accessibile. Noi dobbiamo accontentarci di un surrogato, una promessa di pagamento in franchi svizzeri che in caso di crisi potrebbe non esser più mantenuta. Non lasciamoci ingannare e cogliamo questa occasione unica! Non vi è niente di pericoloso in veri franchi svizzeri creati dalla Bns, in conti protetti da fallimenti bancari, in meno bolle speculative e meno crisi finanziarie e negli utili derivanti dalla creazione di denaro che vanno alla collettività. Non lasciamoci ingannare dalle rassicurazioni che oggi tutto vada bene, che il sistema sia stabile ed i nostri soldi sicuri. Le attuali regolamentazioni e quelle progettate, come gli accordi di Basilea, sono solo cosmesi e non potranno prevenire la prossima crisi. Numerosi economisti ritengono che questa sia imminente, in particolare a causa dell’esplosione del debito globale complessivo, che ha raggiunto $230’000 miliardi, ovvero il 30% in più rispetto al 2008 e pari a oltre 3 volte il Pil globale. La presunta garanzia dei depositi fino a 100’000.- consiste di soli 6 miliardi di franchi, a fronte di 870 miliardi di chf di depositi complessivi e di 440 miliardi di depositi fino a chf 100’000.-, che quei 6 miliardi dovrebbero garantire. In caso di fallimento di una grande o media banca oppure di una crisi sistemica, i clienti otterrebbero quindi solo una frazione dei promessi 100’000.- per ogni conto e ogni banca.