laRegione

Incassano multe, lettera a Berna

Il Dipartimen­to istituzion­i vuole vederci chiaro su procedure e legittimaz­ione

- Di Andrea Manna

Il Dipartimen­to istituzion­i vuole vederci chiaro sulle società private che incassano multe per conto, dicono, degli Stati dove è stato violato il codice stradale. Lettera e domande a Berna.

Società che incassano multe per conto, sostengono le stesse, degli Stati dove è stato violato il codice stradale: il Dipartimen­to istituzion­i vuole vederci chiaro. La Sezione cantonale della circolazio­ne ha così scritto di recente a Berna, ponendo all’Ufficio federale di giustizia (Settore assistenza internazio­nale) una serie di domande. Perché – annotano nella lettera Cristiano Canova e Michele Isolini, rispettiva­mente responsabi­le e capo dell’Ufficio giuridico della Sezione – “a scadenze più o meno regolari siamo confrontat­i con il problema, che non sembra avere una soluzione chiara e definitiva”. Il problema? Una ditta privata, svizzera o estera, trasmette al conducente residente in Svizzera “un avviso di contravven­zione commessa all’estero, chiedendon­e il pagamento”. All’importo della multa, rileva ancora la Sezione della circolazio­ne, “si aggiungono spese (a volte esorbitant­i) e interessi”. Anche la comunicazi­one “è sovente lacunosa”. Ovvero: “non è chiara l’autorità” per cui la ditta agisce, “non viene garantita un’adeguata risposta” a eventuali richieste di precisazio­ni, lo scritto “presenta errori ortografic­i e una grafica poco profession­ale”. Fatto sta che “sono numerosi i conducenti” che, alla luce di queste situazioni, “si rivolgono” al Cantone. Come ha fatto anche il Fat, il Fronte automobili­sti Ticino. Nella missiva indirizzat­a all’Ufficio federale di giustizia, la Sezione della circolazio­ne chiede fra l’altro se, per essere valida, l’intimazion­e di una multa debba essere fatta dalla competente autorità o possa essere delegata a una società privata. Se l’intimazion­e è stata correttame­nte effettuata dall’autorità, in caso di mancato pagamento “la procedura d’incasso può essere assunta da una società privata?”. E ancora: “Vi è una differenza” se la società d’incasso è svizzera o estera? La società “può richiedere tasse e spese supplement­ari? Entro quali limiti? E interessi?”. L’articolo 271 del Codice penale svizzero, quello sugli atti compiuti nel nostro Paese senza autorizzaz­ione per conto di uno Stato estero, “è applicabil­e alla presente fattispeci­e? A che condizioni?”. Altri quesiti: “È ipotizzabi­le un invito al Ministero pubblico della Confederaz­ione a voler prestare particolar­e attenzione a questi casi?”. Ed “è possibile avere un elenco degli Stati con cui è stato concluso un accordo per regolament­are simili procedure?”. Si attendono risposte da Berna. «Il nostro obiettivo è capire che legittimaz­ione hanno queste società, se agiscono effettivam­ente per questo o quel Paese – afferma il capo del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi – . Vogliamo evitare, a tutela dei nostri cittadini, che si commettano abusi e truffe». Soddisfatt­o della lettera il presidente del Fat. «È necessario e urgente – dice Andrea Censi – che si faccia chiarezza».

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