Via i punti deboli, gestire le minacce
Con 86 misure il Puc indica le modalità per gestire le minacce ed eliminare i punti deboli individuati. Undici i punti deboli: situazioni di degrado paesaggistico e ambientale; utilizzo non agricolo di suolo agricolo (depositi e trasformazioni scarti vegetali, deponie copertoni ecc.); parziale degrado dei biotopi e della loro funzionalità ecologica, con gestione parzialmente inadeguata dal profilo naturalistico delle fasce cuscinetto e dei canali; pochi investimenti per migliorie strutturali nel settore agricolo; dispersione delle parcelle gestite dalle aziende agricole con costi supplementari nella produzione (tempo di spostamento); conflitti tra mobilità agricola e altra mobilità (residenziale e svago); problemi di ordine idraulico, naturalistico e di fruibilità dei canali e del fiume Ticino; difficoltà di sviluppare unità d’intenti e strategie comuni nel settore agricolo data dalla differenziazione produttiva; mancanza di infrastrutture per la ricreazione (segnaletica, posteggi, piazze picnic, fontane, gabinetti, cestini) e promozione carente; accesso al territorio con mezzi privati e scarso uso dei mezzi pubblici; condizioni contrattuali non ideali tra agricoltori e proprietari. Nove le minacce da gestire: il paesaggio costruito avanza fuori e dentro il Parco; aumenta la pressione dei fruitori a scopo di svago e di conseguenza anche i conflitti d’uso con le funzioni agricole ed ecologiche; cresce la pressione per attività non agricole in zona agricola (diminuzione di territorio agricolo); aumenta la pressione sulle aziende agricole del Parco per la perdita di terreni esterni (100 ettari di superficie agricola utilizzata in zona edificabile); incertezze sul futuro della politica agricola cantonale, nazionale e internazionale (apertura e liberalizzazione mercati) con possibili effetti negativi su redditi, investimenti e una possibile diminuzione della diversità colturale; ulteriore degrado dei biotopi; aumento dell’effetto negativo dell’aeroporto su Bolle e terreni agricoli; pressione per coltivazioni conflittuali (vigneti); crescente necessità di irrigazione (abbassamento falda e cambiamenti climatici); immagine stereotipata del rapporto agricoltura-natura dovuta alla mancanza di conoscenza del valore naturalistico del paesaggio agricolo.