‘Il management mira solo alla massimizzazione del profitto’
PostFinance non fornisce indicazioni riguardo ai settori che saranno interessati dalla soppressione di 500 posti di lavoro annunciata ieri mattina: contattato dall’agenzia Awp un portavoce dell’azienda si è limitato a precisare che i tagli si aggiungono a quelli comunicati l’anno scorso. In settembre la filiale della Posta aveva reso noto la cancellazione di 45 impieghi, con la chiusura di alcuni centri nella Svizzera tedesca. Inoltre 120 dipendenti attivi nell’elaborazione di documenti e ricevute sono stati esternalizzati – con effetto a marzo di quest’anno – verso la filiale Swiss post solutions (Sps). Una misura, quest’ultima, che in Ticino ha causato sette esuberi, tra Locarno e Bellinzona, nel senso che non è stato possibile trovare una collocazione alternativa. Nelle prossime settimane la direzione di PostFinance esaminerà le proposte presentate nell’ambito della consultazione che scatta per la nuova ristrutturazione. L’azienda conta poi di decidere in agosto quali misure attuare in via definitiva. Sul tappeto vi è anche l’esternalizzazione di singoli e non meglio precisati comparti. «Quella di PostFinance è una decisione che facciamo fatica a comprendere», ci spiega Marco Forte, responsabile di Syndicom per il Ticino. L’azienda ha chiuso il primo trimestre di quest’anno con un utile di oltre 96 milioni di franchi. «Non si tratta di certo di un’attività in perdita», continua il sindacalista che individua nelle scelte manageriali un disegno che mira solo alla massimizzazione del profitto senza tenere in dovuto conto il mandato di PostFinance e i diritti sociali dei suoi dipendenti. «Si afferma che la ristrutturazione è dovuta alla digitalizzazione e alle mutate abitudini dei clienti. Ma è la stessa Posta che da un lato chiude uffici sul territorio e dall’altra invita a utilizzare i servizi on-line?», fa notare Marco Forte che ricorda che il prossimo 8 giugno è prevista un’assemblea tra i dipendenti di PostFinance in Ticino per elaborare contromisure. L’altro aspetto deprecabile di questo management, continua Forte, è il fatto che la procedura di consultazione è prevista durante i prossimi mesi estivi quando molti lavoratori saranno in vacanza. Non è certo così che si agevola il partenariato sociale.