‘Un piano da almeno 800mila franchi’
Martedì prossimo ci sarà un incontro tra vescovo, parti sociali e personale del GdP
Tra gli 800mila e il milione di franchi. Questa sarà la cifra di partenza per alimentare il fondo di solidarietà che sindacati, associazioni e una rappresentanza del personale del ‘Giornale del Popolo’ presenteranno al vescovo in un incontro che si terrà la mattina di martedì prossimo. Il mandato dei redattori e di tutto il personale del GdP è chiaro, ottenere un piano sociale della durata di circa sei mesi. «Oltre a questo, abbiamo riferito cosa si debba fare per recuperare, alla luce del fallimento, quanto spetta per gli arretrati salariali – rileva raggiunto dalla ‘Regione’ Paolo Locatelli, sindacalista dell’Ocst – che, nel loro caso, riguarda quanto già maturato a livello di tredicesima, di straordinari non pagati e di vacanze non godute». Il piatto forte della discussione era e resta, comunque, il piano sociale. O meglio, la forma che avrà. «Si parla di costituire un’associazione che crei questo fondo che andrà ad alimentare il piano sociale», afferma Locatelli. Ed è sulla formazione o meno di questa associazione che le parti sociali divergono. «Non vedo assolutamente l’utilità di creare un’associazione – ci dice Nicola Morellato, segretario regionale di syndicom –, perché creerebbe solo complicazioni, lungaggini burocratiche e perdite di tempo. E di tempo, arrivati a questo punto, non ne abbiamo più». L’idea dell’associazione «è nata dal vescovo, perché potrebbe chiedere l’esonero fiscale appellandosi agli scopi ideali». Ma nei giorni scorsi, all’interno della Curia, si è ventilata un’altra ipotesi – «che noi preferiamo», spiega Morellato – ovvero l’apertura di un conto bancario dove far arrivare donazioni e finanziamenti. «Perché complicarsi la vita con l’associazione? Anche il conto, ci è stato detto dalla Curia, sarebbe esonerato fiscalmente. E anzi, mostrerebbe definitivamente l’impegno del vescovo», conclude il segretario di syndicom. Indipendentemente dalle decisioni che verrano prese sulla forma, la sostanza è che ci sono loro, le collaboratrici e i collaboratori del Gdp che ieri, riuniti con la direzione, a detta dei rappresentanti sindacali erano «spaesati, increduli perché non sanno più a chi credere tra editore e direzione». Una cosa, purtroppo, è certa: ieri, durante l’assemblea, sono state consegnate le lettere di licenziamento.