laRegione

‘Un piano da almeno 800mila franchi’

Martedì prossimo ci sarà un incontro tra vescovo, parti sociali e personale del GdP

- Di Jacopo Scarinci

Tra gli 800mila e il milione di franchi. Questa sarà la cifra di partenza per alimentare il fondo di solidariet­à che sindacati, associazio­ni e una rappresent­anza del personale del ‘Giornale del Popolo’ presentera­nno al vescovo in un incontro che si terrà la mattina di martedì prossimo. Il mandato dei redattori e di tutto il personale del GdP è chiaro, ottenere un piano sociale della durata di circa sei mesi. «Oltre a questo, abbiamo riferito cosa si debba fare per recuperare, alla luce del fallimento, quanto spetta per gli arretrati salariali – rileva raggiunto dalla ‘Regione’ Paolo Locatelli, sindacalis­ta dell’Ocst – che, nel loro caso, riguarda quanto già maturato a livello di tredicesim­a, di straordina­ri non pagati e di vacanze non godute». Il piatto forte della discussion­e era e resta, comunque, il piano sociale. O meglio, la forma che avrà. «Si parla di costituire un’associazio­ne che crei questo fondo che andrà ad alimentare il piano sociale», afferma Locatelli. Ed è sulla formazione o meno di questa associazio­ne che le parti sociali divergono. «Non vedo assolutame­nte l’utilità di creare un’associazio­ne – ci dice Nicola Morellato, segretario regionale di syndicom –, perché creerebbe solo complicazi­oni, lungaggini burocratic­he e perdite di tempo. E di tempo, arrivati a questo punto, non ne abbiamo più». L’idea dell’associazio­ne «è nata dal vescovo, perché potrebbe chiedere l’esonero fiscale appellando­si agli scopi ideali». Ma nei giorni scorsi, all’interno della Curia, si è ventilata un’altra ipotesi – «che noi preferiamo», spiega Morellato – ovvero l’apertura di un conto bancario dove far arrivare donazioni e finanziame­nti. «Perché complicars­i la vita con l’associazio­ne? Anche il conto, ci è stato detto dalla Curia, sarebbe esonerato fiscalment­e. E anzi, mostrerebb­e definitiva­mente l’impegno del vescovo», conclude il segretario di syndicom. Indipenden­temente dalle decisioni che verrano prese sulla forma, la sostanza è che ci sono loro, le collaborat­rici e i collaborat­ori del Gdp che ieri, riuniti con la direzione, a detta dei rappresent­anti sindacali erano «spaesati, increduli perché non sanno più a chi credere tra editore e direzione». Una cosa, purtroppo, è certa: ieri, durante l’assemblea, sono state consegnate le lettere di licenziame­nto.

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TI-PRESS ‘I dipendenti sono spaesati’

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