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Risorge l’arte al parco Belvedere

- Di Alfonso Reggiani

«Da oggi (ieri, ndr), la città è più bella». Parola di sindaco Marco Borradori che così si è espresso sul nuovo parco delle sculture al Belvedere. Un parco spostato un po’ più a sud che di fatto comincia con il tempietto che ospita il busto di Washington. Il precedente risale agli anni Settanta quando la Città acquisì alcune sculture di arte contempora­nea esposte in una mostra patrocinat­a dalla Società ticinese di belle arti e dall’associazio­ne bancaria ticinese nelle piazze e nelle vie del centro. La soluzione è stata presentata nella nuova sede del Museo delle culture aperta con un anno d’anticipo. In attesa che l’archivio storico cittadino sveli il mistero sull’origine del nome di Villa Malpensata, edificio che risale al Seicento quando rappresent­ava la porta d’ingresso a Lugano, da ieri la sede del museo segna il punto d’arrivo del percorso artistico che parte dal Lac. «Come un quartiere dei musei», ha osservato il titolare del Dicastero cultura, sport e eventi Roberto Badaracco. Il nuovo parco è il risultato di un lavoro avviato dopo le polemiche dell’estate di tre anni fa, quando la Città decise di disseminar­e sul territorio comunale le sculture del Belvedere. Ma dopo una petizione e le proteste degli artisti, il Municipio decise, con un credito di 280’000 franchi votato dal legislativ­o, di affidare il progetto urbanistic­o di riordino allo studio Buletti-Fumagalli-Del Fedele-Bernardi che si è confrontat­o con gli scultori. E non è finita. «C’è spazio per crescere e acquisire altre opere» ha aggiunto Badaracco. «È stato fatto un lavoro di qualità, curato nei minimi dettagli con profession­isti», gli ha fatto eco il vicesindac­o e titolare del Dicastero sicurezza e spazi urbani Michele Bertini. La Città intende promuovere l’Urban Art con mostre temporanee e permanenti. Intanto. il nuovo parco, nato anche dall’idea di lasciare libera la piazza antistante il Lac, ospita opere di Selim Abdullah, Nena Airoldi Ciuti, Nag Arnoldi, Paolo Bellini, Mario Bernasconi, Max Bill, Carlo Ciarli, Massimo Ghiotti, Robert Lienhard, Gianfranco Rossi, Remo Rossi, Pierino Sulmoni e Pietro Travaglini. Selim Abdullah e Paolo Bellini, in una nota, hanno invitato la Città a completarl­o con le sculture mancanti: ‘Colonna’ di Cornelia Forster, ‘Roundelay’ di Catherine Gili, ‘Germinatio­n’ di Zadkine e la copia bronzea di ‘Risveglio’ di Genucchi che sono però in conservazi­one, ha spiegato Badaracco.

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TI-PRESS ‘Eco’ di Pierino Sulmoni

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