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La Brexit si fa dura, Johnson insulta May

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Londra – Rischia di fallire un’intesa con l’Europa per una Brexit concordata, e Boris Johnson si adopera perché vada in effetti così. Mentre il negoziator­e europeo Michel Barnier conferma che i margini di trattativa si stanno esaurendo, il ministro degli esteri britannico ha sollecitat­o Theresa May a “tirare fuori gli attributi”, nel confronto con Bruxelles. Ora, della povera capo di governo di Londra, si può dire tutto, ma non che vi siano dubbi sulla sua identità sessuale. Ma Johnson, preso a modello Donald Trump, difficilme­nte cesserà di incalzarla, e di insultarla. Il Johnson-pensiero, informale a da osteria, ha fatto il solito botto sulle prime pagine nel giorno in cui si è riproposto a margine di una nuova tornata di colloqui a Bruxelles il botta e risposta fra Barnier e Downing Street sui nodi irrisolti della trattativa. A cominciare da quello dei confini aperti fra Irlanda e Irlanda del Nord, per garantire i quali Londra s’impegna ora a rispettare la clausola di salvaguard­ia del cosiddetto “backstop”, e il mantenimen­to ad hoc dello status doganale attuale, ma solo per un periodo limitato. E in attesa di un accordo definitivo allargato a tutto il Regno che i 27 non intendono certo concedere a costo zero. Un muro contro muro segnato da una nota piuttosto muscolare dello staff della May in replica alla ultime obiezioni di Barnier, e al suo monito a non credere di poter “intimidire” l’Ue. Non abbastanza per Johnson, convinto che questo non sia il tempo delle cautele. La Brexit, ha spiegato Johnson alla sua platea di militanti, “è irreversib­ile, ma il rischio è che non sia quella che vogliamo. Bisogna accettare che ci possa essere ora un collasso, ma niente panico, niente dannato panico, alla fine andrà tutto bene”, ha assicurato. La critica alla premier, in Canada per il G7, resta comunque indiretta. E permette a Downing Street di ribadire a denti stretti “piena fiducia” nel ministro degli Esteri. Quel che a Johnson preme sottolinea­re è del resto soprattutt­o l’infatuazio­ne per il presidente americano. “C’è del metodo nella sua follia”. Ma guarda.

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KEYSTONE Tirale fuori

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