Una storia di straordinario apprendistato
Lo sguardo di iride marrone sveglio e curioso di chi ha una gran voglia di addentare e assaporare una nuova porzione di vita. Il tentennamento di sua madre che l’ha accompagnata al colloquio per l’assunzione come tecnologa alimentarista, il suo invito ad appartarci un attimo e qualche parola in tono commosso ‘Le affido… il mio gioiello!’. Mi sono soffermata molto a riflettere sulla grande responsabi- lità di noi dirigenti di azienda nell’assunzione e nella formazione di apprendisti. Soprattutto nelle piccole o micro imprese l’apprendista spesso si riduce ad essere il o la ‘tuttofare’, magari relegato/a a se stesso o a se stessa in azienda vista l’impossibilità di essere seguiti in maniera consona dai propri ‘padrini’ o ‘madrine’. Ripensando al gioiello, credo sia lecito il parallelismo tra l’orafo che da una gemma grezza ricava vere e pro- prie opere d’arte e un’azienda tutta che prendendosi a carico un adolescente lo trasla fino alla prima età adulta consegnandogli la sua professione futura o un primo tassello di quest’ultima. Si tratta davvero di un grande passo. Mi piace constatare quanto il sistema formativo duale svizzero basato sulla teoria e sulla pratica professionale sia davvero centrale nel forgiare in maniera adattata ai bisogni del Paese figure professionali che contribuiranno poi in maniera preponderante al suo benessere. Da un ultimo resoconto elaborato dal Sefri (2015) in Svizzera sono 230 le formazioni di base e le 10 più scelte (tra cui apprendistato di commercio, di venditrice/ore; specialista sanitario, cuoca/o, disegnatore, informatico e polimeccanico) costituiscono il 50% degli apprendistati portati a termine.
L’investimento di Cantoni e Confederazione in questo settore supera i 3 miliardi di franchi annui (2/3 a carico dei Cantoni e 1/3 a carico della Confederazione) a cui si aggiungono gli stipendi e gli sforzi finanziari delle aziende che occupano gli apprendisti in formazione. Cantoni, Confederazione e imprese fanno quindi fronte comune con un patto sociale e imprenditoriale sancito nella legge sulla formazione professionale per la preparazione di collaboratrici e collaboratori pronti ad assumere funzioni ad ogni livello. L’esperienza vissuta personalmente con la creazione qualche anno fa da parte di un gruppo di dirigenti di industrie alimentari in Ticino dell’apprendistato di tecnologo alimentarista (che a dire il vero in Svizzera interna è già presente da decenni) è stata a dir poco straordinaria. In poco tempo è stato creato un nuovo curriculum di studi, sono stati cercati e trovati degli esperti sul nostro territorio per allestire le lezioni previste, sono state tradotte le dispense di insegnamento in italiano, e sono stati allestiti i corsi interaziendali con l’ausilio di laboratori in svizzera interna e francese. Questo per le prime due apprendiste che lo scorso anno hanno terminato la loro formazione. Una di loro ha potuto essere assunta nell’azienda formatrice e si barcamena ora tra produzione e sviluppo di nuovi prodotti. L’apprendista è una risorsa importante, soprattutto se, alla fine del suo percorso formativo, trova lo sbocco naturale in azienda per mettere a frutto quanto appreso. Prendersi tempo per loro, seguirli nella loro formazione è sicuramente un investimento oltre che finanziario anche di tempo, ma si tratta di un grosso contributo che ogni dirigente si vedrà ripagato in termini di competenza accresciuta in azienda. Sono davvero felice di poter accogliere un’ulteriore gemma grezza a partire dal prossimo settembre e di poter contribuire a farla diventare un ‘piccolo’ gioiello professionale sicuramente e perché no, insieme alla scuola e alla sua famiglia… anche una piccola svizzera adulta. Che bella cosa, questo nostro Paese.