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Trump manda in pezzi il G7

Il presidente americano ha rifiutato di firmare la dichiarazi­one finale del vertice, già approvata

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Il capo della Casa Bianca minaccia poi l’introduzio­ne di nuovi dazi. A rischio il sistema di alleanze a guida Usa vecchio di settant’anni.

New York – Gliela fa vedere lui. Intanto ha mandato all’aria la residua (ipotetica) credibilit­à del G7, negando la propria firma al comunicato finale; poi li prenderà a dazi in faccia. Donald Trump ha agito da par suo: ha lasciato in anticipo il vertice canadese di Charlevoix, “non avendo tempo da perdere” in vista dell’incontro di Singapore con Kim Jong-un, e poi, una volta in volo, negando di sottoscriv­erne la dichiarazi­one finale. Due tweet lanciati dall’Air Force One, che rischiano di mandare all’aria un sistema di alleanze (voluto e diretto dagli stessi Stati Uniti) che dura da settant’anni. La sorpresa incavolata di Emmanuel Macron e Angela Merkel (Berlino ha parlato di “credibilit­à del G7 distrutta”) è eloquente e avvicina lo scenario di una guerra commercial­e a tutto campo. Mentre l’attesa per la reazione sui mercati nelle prossime ore tiene tutti col fiato sospeso. Trump era già in volo e, dopo aver ascoltato il premier canadese Justin Trudeau che prometteva rappresagl­ie sui dazi, in uno scatto d’ira ha deciso di non appoggiare più il comunicato finale del summit appena firmato. Anzi, Trump ha alzato il tiro minacciand­o altre tariffe commercial­i, stavolta quelle temutissim­e sull’import di automobili. Il compromess­o messo a punto faticosame­nte dopo due giorni di negoziati ruvidi e tesi, è divenuto carta straccia, appena pochi minuti dopo la sua pubblicazi­one. Uno schiaffo clamoroso. Tanto che il G7 potrebbe essere la prima vera vittima del trumpismo, il cui obiettivo sembra oramai chiaro: rottamare il vecchio ordine mondiale, rimodellan­do i rapporti con i partner di una vita e rivolgendo sempre più lo sguardo a Cina e Russia. Vagheggian­do un G3, per dire. Trudeau “ha pugnalato gli Stati Uniti alle spalle”, ha lamentato il consiglier­e economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, per il quale il premier canadese rischia di indebolire la posizione di Trump al vertice storico con Kim Jongun. Questo per aver definito “un insulto” i dazi su acciaio e alluminio imposti dagli Usa al Canada e all’Europa e per aver promesso adeguate contromisu­re. Quella rappresagl­ia che forse Trump sperava di aver disinnesca­to. Trudeau, ha detto, è un leader “debole e disonesto”: storicamen­te il livello più basso delle relazioni tra Usa e Canada. E Kudlow ha rincarato la dose: “C’è un posto speciale all’inferno per ogni leader straniero che si comporta in malafede con il presidente Trump”. Benvenuti nel mondo libero.

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KEYSTONE Ho da fare

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