laRegione

Luci rosse ‘legittime’

Il Tram respinge il ricorso di Novazzano che aveva negato la licenza edilizia al locale erotico

- Di Stefano Lippmann

I giudici danno ragione al Consiglio di Stato il quale invita al rilascio dell’autorizzaz­ione per trasformar­e l’officina in ‘Maison du plaisir’

La ‘Maison du plaisir’, ovvero il previsto locale erotico in vai Résiga a Novazzano, s’ha da fare. O meglio, la licenza edilizia per il cambiament­o di destinazio­ne da appartamen­to e officina in locale erotico, andava rilasciata. Nulla (o quasi), insomma, ostacola l’istante a insediare il postribolo nel terreno in questione. Sulla questione si è chinato il Tribunale cantonale amministra­tivo (Tram) che, lo scorso 29 maggio, ha respinto i ricorsi del Comune di Novazzano e di una ditta attiva a poca distanza (la Precicast Sa) da quello che, nelle intenzioni, diventerà un locale a luci rosse. La storia, articolata, risale all’aprile del 2013 quando l’istante chiede al Municipio il rilascio della licenza edilizia per la ‘Maison du Plaisir’, progetto che contempla la riorganizz­azione degli spazi interni del immobile per creare 11 camere da dedicare all’esercizio della prostituzi­one. Nel marzo del 2014 i Servizi generali del Dipartimen­to del Territorio preavvisan­o favorevolm­ente il progetto (il tutto a una serie di condizioni legate al numero di parcheggi, all’eventuale rumore molesto e alle attività di ristorazio­ne). Sette mesi più tardi, però, l’esecutivo comunale nega la licenza edilizia lamentando alcune incompatib­ilità. Nel marzo del 2016 il Consiglio di Stato accoglie (parzialmen­te) il ricorso dell’istante – patrocinat­o dall’avvocato Aron Camponovo –, rinviando gli atti al Municipio “affinché rilasci al ricorrente la postulata licenza edilizia”. Una decisione contestata da Comune e ditta i quali si rivolgono al Tram. Tribunale che, come detto, ha respinto i ricorsi.

Profilo edilizio, non penale

L’esecutivo cittadino aveva inoltre richiesto una sospension­e della procedura in attesa dell’esito del procedimen­to penale. Questo perché, si ravvisava, “a carico dell’istante sarebbe stata aperta un’indagine per traffico internazio­nale di stupefacen­ti e all’interno dell’officina (quella oggetto del cambio di destinazio­ne, ndr) sarebbero state trovate automobili rubate, armi e sostanze stupefacen­ti”. Il Tram, in tal senso, nelle 27 pagine di motivazion­e spiega che “sapere se l’istante abbia commesso i reati che gli vengono contestati non è suscettibi­le di mettere in luce circostanz­e rilevanti per determinar­e se l’avversato progetto possa essere approvato dal profilo edilizio”. L’ambito penale, dunque, esula da quella che è una procedura di rilascio della licenza edilizia. Nel motivare il respingime­nto del ricorso, inoltre, il Tribunale spiega che il postribolo sorgerà (da Piano regolatore) in una zona mista dove non è vietato l’insediamen­to di aziende commercial­i dette ‘moleste’ e la zona residenzia­le più vicina “dista oltre 200 metri dal fondo in questione”. In base a questo, scrive il Tram, “non è dunque ragionevol­e supporre che le persone che vi risiedono (e che non hanno presentato ricorso contro la licenza, ndr) subiranno dei pregiudizi a causa del postribolo. Vano anche il richiamo dei ricorrenti all’interesse pubblico, ovvero che “il postribolo funga da substrato per attività criminose”. Il Tram, in questo ambito, ribadisce infatti che l’interesse della collettivi­tà “ad impedire qualsiasi collusione tra prostituzi­one e criminalit­à” non giustifica il diniego della licenza per una “destinazio­ne conforme al diritto sotto il profilo pianificat­orio, edilizio e ambientale”. La prevenzion­e di eventuali attività criminose, si legge, “compete all’autorità di polizia”, non a quelle preposte al rilascio delle autorizzaz­ioni a costruire”.

‘Delusione e amarezza’

Da noi contatto, il sindaco di Novazzano Sergio Bernasconi ha espresso «delusione e amarezza» per la decisione presa dal Tram di respingere i ricorsi. L’esecutivo si riunirà e deciderà se intraprend­ere ulteriori passi: «Valuteremo con il nostro legale l’eventualit­à di ricorrere al Tribunale federale». Le parti, infatti, hanno 30 giorni di tempo.

 ?? TI-PRESS ?? Tacchi a spillo e abiti succinti al posto di brugole e chiavi inglesi
TI-PRESS Tacchi a spillo e abiti succinti al posto di brugole e chiavi inglesi

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland