Ristorni, liberi tutti
Nessun blocco, nemmeno parziale. Più saggio – per la maggioranza del governo – versare all’Italia l’intera quota delle imposte pagate alla fonte dai frontalieri, e muoversi sul fronte diplomatico nel tentativo di ottenere quelle opere tanto attese per la mobilità a cavallo del confine. Ieri la proposta del presidente Claudio Zali, appoggiata dal collega leghista Norman Gobbi, di trattenere almeno 25 milioni di franchi in attesa di veder concretizzati i lavori di messa in sicurezza delle strade verso Intra e della valle Vigezzo è stata formalmente bocciata dagli altre tre ministri. La decisione, anticipata dalla ‘Rsi’, sarà comunicata solo nelle prossime ore, oggi o al più tardi domani. La sostanza comunque non cambia: i ristorni verranno regolarmente versati all’Italia entro la fine del mese corrente secondo i criteri stabiliti dall’Accordo del 1974. Nell’attesa che il destino sull’accordo parafato nel 2015 si definisca. Sollecitato da Marco Romano (Ppd), Ignazio Cassis lunedì alle Camere ha detto che si è in attesa della costituzione della squadra di negoziazione italiana in materia finanziaria e fiscale. I Dipartimenti delle finanze e degli affari esteri riprenderanno contatto con i colleghi italiani “il più presto possibile”, ha promesso Cassis. Intanto a livello di Cantone e Regioni si sta lavorando alla stesura di documenti in cui indicare le opere transfrontaliere da realizzare. Anche per questa ragione l’esecutivo ha preferito evitare le prove di forza. La discussione sul dossier si è svolta alle Isole di Brissago, dove il governo si è riunito in seduta ‘extra muros’ su iniziativa di Zali, che sulle isole ha trasferito questa settimana gli uffici del Dipartimento del territorio. Il governo, aderendo alla proposta, ha voluto cogliere l’occasione “per omaggiare un luogo di assoluto valore naturalistico e turistico che merita un adeguato rilancio”.