La Gazzetta dello Sport - Romana
SINNER E LA LEZIONE DI WIMBLEDON «STO CRESCENDO: NON MI PONGO LIMITI»
Jannik alza l’asticella: «Ho ripensato alla sconfitta con Djokovic: non sono crollato io, ma lui è entrato in un’altra dimensione. Lavoro per arrivare in fondo a New York»
al verde al rosso, speranza e passione. Da Wimbledon con quell’occasione grande così contro Djokovic, alla terra di Umago, tappa di passaggio prima della lunga trasferta americana. Jannik Sinner sta trovando sempre più la sua dimensione.
▶Jannik, ripensa mai ai quarti di Wimbledon con Nole? C’era quasi...
«Infatti, quasi. La differenza è tutta in questa parola. Ci penso, certo e dopo qualche giorno di malumore ho cercato di vedere il lato positivo, ovvero che Nole ha dovuto alzare il livello al massimo, sennò sarebbe finita diversamente. Alla fine sembra quasi che io sia crollato e, invece no: è lui che mi ha portato in un’altra dimensione».
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▶▶i⏻ultati a parte, sembra che in campo si diverta di più.
«A me è sempre piaciuto giocare, ho scelto il tennis per questo, perché è la mia passione. A volte c’è stanchezza, a volte qualche delusione, ma noi atleti di alto livello siamo persone fortunate. Non dobbiamo mai smettere di guardare il mondo che ci circonda e capire che siamo privilegiati».
▶ Nella scelta del nuovo team sembra comunque cresciuto, come se avesse preso la sua vita in mano.
«Questo team è importante per me. Passo più ore con Simone Vagnozzi che con chiunque altro. Poi sono arrivati i preparatori Ferrara e Bianchi e, infine, c’è stato l’ingresso di Darren Cahill. L’obiettivo era creare un gruppo che lavorasse in armonia: se c’è un problema, si risolve insieme. Poi, può esserci la giornata bella o quella frustrante come contro Nole, ma vanno tutte affrontate nella maniera giusta per andare la volta dopo in campo con la giusta serenità e dare il 100%».
▶Ma che tipo è Cahill?
«È la persona più buona che conosca. Disponibile, gentile, fa gruppo. Un giorno a Wimbledon si è messo lì a fare il barbecue con noi con grande umiltà. Anzi, per fortuna che c’era lui...Ci ha salvato la cena. È quello che ha più esperienza nel circuito, sa trovare la parola giusta al momento opportuno. Un giocatore lo avverte, fa il pieno di tranquillità».
▶Vi⏻to Musetti contro Alcaraz ad Amburgo?
«Certo, una bellissima finale e una bellissima vittoria. Tutti noi italiani stiamo cercando la strada per andare il più possibile avanti, ognuno con le proprie armi. Vogliamo che la gente continui ad appassionarsi al tennis con noi».
▶ Dopo Umago, il cemento americano. C’è ancora tanto tennis in questa seconda parte del 2022.
«Finora la stagione è stata buona, ma poteva essere molto migliore senza i problemi fisici che mi hanno frenato quando stavo giocando bene. Ora arriva l’America
ALTEZZA
PESO Cresciuto a Sesto Pusteria, ha iniziato a giocare a tennis a 7 anni, alternandolo allo sci, dove è arrivato alle porte della nazionale giovanile. Ha vinto le Next Gen Atp Finals 2019 a Milano. Nel 2020 ha raggiunto i quarti al Roland Garros, più giovane debuttante ad arrivare così lontano dai tempi di Nadal. Ha vinto 5 tornei: nel 2020 Sofia; nel 2021 Melbourne 1, Washington, Sofia, Anversa. Da febbraio è allenato da Simone Vagnozzi. Insieme a Berrettini, è l’unico giocatore italiano ad aver conquistato almeno gli ottavi in tutti gli Slam: quest’anno ha raggiunto i quarti in Australia (battuto da Tsitsipas), ottavi a Parigi (ko da Rublev per infortunio) e quarti a Wimbledon (ko da Djokovic)