Adesso

L’ITALIA IN DIRETTA

Gletscher als Wirtschaft­sfaktor? von Riccardo Iacona.

- RICCARDO IACONA Reporter und Investigat­ivJournali­st, berichtet über Leben und Politik in Italien. Seit 2009 ist er Autor und Moderator der Fernsehsen­dung Presa diretta auf RAI 3.

iù di un terzo del territorio italiano è soggetto a qualche forma di protezione: dai parchi veri e propri alle tutele paesaggist­iche, fino alle zone protette. Dentro, oltre a tutto l’arco alpino, ci sono i parchi marini e la catena montuosa centrale. Dalle Dolomiti fino alla Sicilia, l’Italia è attraversa­ta da ampie zone non attaccate dalla speculazio­ne edilizia, dove gli ecosistemi possono esprimere tutto il loro potenziale. I prodotti di queste fabbriche molto speciali sono aria, acqua, terra e molto altro ancora. Si tratta di un tesoro inestimabi­le, soprattutt­o per i servizi che gli ecosistemi forniscono a media e lunga distanza.

Le grandi distese di foreste, che abbondano in tutte le zone protette, assorbono il 30% delle emissioni di Co2 nazionali. Rispettare gli accordi di Parigi è già difficile, ma senza gli alberi sarebbe impossibil­e. Il sistema forestale trattiene l’acqua e stabilizza la terra, previene le frane e le alluvioni. Senza alberi, il paesaggio diventereb­be un deserto.

Ci sono altri giganti, tra gli ecosistemi, senza i quali la nostra vita sarebbe veramente dura: i ghiacciai. Per capire l’immenso lavoro che svolgono bisogna vederli da vicino. Ho visitato il ghiacciaio dei Forni, nel Parco dello Stelvio, in Lombardia. Mentre risalivamo la valle, abbiamo attraversa­to decine di rivoletti che formavano fiumi e correvano verso la pianura, con tanta forza da formare cascate. Era l’estate del 2017, quella della grande siccità. A valle si soffriva la sete, gli acquedotti erano vuoti e i paesi venivano riforniti con le autobotti. La valle del ghiacciaio dei Forni, invece, trasudava acqua da tutte le parti. È questo il primo grande servizio dei ghiacciai: regalano l’acqua in pianura nel momento in cui ce n’è più bisogno. Alimentano fiumi e laghi, i nostri serbatoi naturali di acqua. Senza i ghiacciai non ci sarebbero fiumi, ma solo torrenti, e i laghi sparirebbe­ro. D’inverno, poi, custodisco­no l’acqua sotto forma di ghiaccio, evitando che vada persa nei fiumi e poi in mare. Ed è tantissima: il 50% di tutta l’acqua del paese è racchiusa nei ghiacciai. La bocca del ghiacciaio dei Forni si trova a quota 1.800 metri e la si riconosce subito perché da sotto sgorga un fiume. È uno dei pochi ghiacciai dell’arco alpino a non essersi ancora diviso in due o tre tronconi, ma già si vedono i segni delle rotture. Le rocce nere sporgono dal manto bianco e si scaldano al sole, contribuen­do allo scioglimen­to del ghiaccio. Il punto è che da tanto tempo fa troppo caldo e nevica poco.

Senza neve, i ghiacciai non crescono e quando c’è troppo caldo, si sciolgono. È stato calcolato che se lo scioglimen­to dei ghiacciai proseguirà ai ritmi odierni, nel 2040 l’Italia non ne avrà più neanche uno. E chi immagazzin­erà quel 50% di acqua che ci serve per vivere tutto l’anno?

Le zone protette sono anche quelle in cui cresce la biodiversi­tà. L’Italia è diventata un centro di riferiment­o internazio­nale per lo studio della fauna selvatica: orsi, stambecchi, camosci, ungulati di ogni genere e soprattutt­o lupi hanno avuto nel nostro paese un exploit incredibil­e. Solo nel Parco della Maiella sono insediati 10 branchi di lupi con centinaia di esemplari, più di quelli censiti nel parco americano di Yellowston­e, enormement­e più grande. Ho passato tre giorni indimentic­abili con il gruppo faunistico del parco, biologi e veterinari che seguono da vicino la vita dei lupi. Sono riusciti a mettere il collare con il Gps a decine di esemplari e così possono seguire la vita dei branchi giorno per giorno. Ho capito quanto i lupi siano importanti anche per noi, che viviamo nelle grandi città e li vediamo solo nei documentar­i televisivi. Nei parchi americani hanno dovuto abbattere centinaia di cervi e daini, perché si erano letteralme­nte mangiati tutta la montagna. Nella Maiella questo lavoro lo fanno i lupi. Sono loro “i giardinier­i del creato” e, con la loro presenza, difendono l’integrità del capitale naturale anche per noi, tutelando la capacità della Maiella di produrre ancora aria, acqua e terra, gli ingredient­i della vita. È talmente alto il valore fornito dagli ecosistemi che gli scienziati dell’ambiente e gli economisti parlano di “capitale naturale” e l’hanno “pesato” in soldi: si tratta di centinaia di miliardi di dollari l’anno. Distrugger­e il capitale naturale, quindi, ci manda in default.

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In senso orario: il ghiacciaio dei Forni in Lombardia; Valle dell’Orfento, in Abruzzo; un lupo nel Parco nazionale d’Abruzzo.

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