Adesso

ALIENI ALL’AGRITURISM­O

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Sto camminando su una stradina di campagna per tornare a casa. È sera e forse ho mangiato troppo nell’agriturism­o del mio amico Luciano. L’agriturism­o è chiuso in questa stagione. Lui però ci abita e stasera mi ha invitato. Dopo cena all’improvviso vedo una luce molto forte, in alto. La luce scende davanti a me, ha una forma circolare e, quando tocca terra, l’intensità diminuisce. Davanti alla luce adesso vedo delle forme strette e alte. Hanno due gambe corte e due braccia lunghissim­e, la testa a forma di uovo. Sono paralizzat­o dalla paura. Loro mi prendono con le loro braccia, mi trascinano. Mi ritrovo dentro a una stanza, circondato da esseri mai visti, con grandi occhi gialli. Da un finestrino vedo la Terra che si allontana. Poi tutta la stanza ruota e dallo stesso finestrino vedo solo le stelle. Sono a bordo di un’astronave extraterre­stre. Le figure che mi circondano sono quelle di esseri alieni, molto intelligen­ti. Probabilme­nte mi hanno rapito per portarmi sul loro pianeta e farmi vedere ai loro simili. Magari mi metteranno in uno zoo, pagheranno il biglietto per guardarmi. Sono spaventato, tremo. Uno degli esseri allunga un braccio verso di me, mi tocca. Ha una mano con sette, otto, dieci dita. La mano è bagnata. Poi mi parla. “Arturo”, mi dice. Come fa a sapere il mio nome? “Arturo, svegliati. Ti sei addormenta­to”. È il mio amico Luciano, quello dell’agriturism­o. “Che ore sono?”, gli chiedo. Vedo che sono sul suo divano. “Sono le 11”, risponde lui. “Ma come mi guardi? Sembra che tu abbia visto un extraterre­stre. Dai, che è ora di andare a casa”.

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