Il fotoromanzo
Wer hätte gedacht, dass die Karrieren von Filmstars wie Sofia Loren, Gina Lollobrigida oder Terence Hill in Fotoromanen starteten! Vor allem waren es Leserinnen, die diesen einzigartigen Comics zu einem Riesenerfolg verhalfen.
Il fotoromanzo è “di più”, molto più di un semplice fumetto con le fotografie al posto dei disegni. Il fotoromanzo è stato un oggetto e un genere di culto. A scuola, le mie compagne di classe tenevano i fotoromanzi nascosti tra le pagine dei dizionari per leggerli durante le lezioni più noiose. Così, mentre l’insegnante spiegava le guerre puniche, loro sfogliavano Kolossal o Grand Hotel, perdendosi negli occhi azzurrissimi di Franco Gasparri, Alex Damiani o Chris Olsen, che di svedese aveva solo il nome d’arte, essendo nato a pochi chilometri da Napoli. Quel nome esotico, però, faceva sognare e il sogno è il Leitmotiv del genere. Che l’intenzione fosse di “far sognare” era stato chiaro fin da quando, il 5 maggio del 1947, apparve nelle edicole Il mio sogno. Settimanale di romanzi d’amore a fotogrammi, il primo nel suo genere, non solo in Italia, ma nel mondo. Il fotoromanzo, per molti attori, è stato un trampolino di lancio nel mondo dorato del cinema. Dai fotoromanzi sono passati tutti, da Vittorio Gassman al veneziano Remo Girotti, meglio noto come Terence Hill, da Sofia Loren a Gina Lollobrigida e tanti, tantissimi altri. Il fotoromanzo attraversò indenne anche gli anni della contestazione, anzi, proprio gli anni Settanta, con 8,6 milioni di esemplari venduti, fu il momento in cui il successo dei fotoromanzi raggiunse il suo apice. Un fatto che non sfuggì alla politica militante: il settimanale femminista Noi Donne usò la tecnica del fotoromanzo per raccontare, spiegare e far crescere il consenso intorno ad alcune battaglie civili del movimento delle donne. Il declino arrivò alla metà degli anni Ottanta. Tutt’altro che vintage, il suo linguaggio è sopravvissuto oltre e al di là delle vicende editoriali. Lo ritroviamo ancora oggi nelle soap opera, nelle fiction, in certi spot pubblicitari e nelle dinamiche di alcuni format televisivi. Insomma, per parafrasare uno slogan degli anni Settanta: “il fotoromanzo è vivo e lotta insieme a noi!”