POSTA PRIORITARIA
Lesebriefe.
MEDIO Sehr geehrte Redaktion, in Heft 8/2018 auf Seite 7 berichten Sie über gefälschte italienische Produkte. Als Beispiel beschreiben Sie eine der jüngsten Fälschungen bei Wein von Brunello. Als offensichtliche Kennzeichen geben Sie an: eine vertikal geklebte Banderole am Flaschenhals und ein Korken, der nicht den Stempel des Weinkellers trägt (siehe Bild
unten). Gelten diese Kennzeichen für gefälschte Weine allgemein? Die Frage interessiert mich sehr, weil wir dies bei einem anderen italienischen Wein festgestellt haben. Auf dem Etikett vorn steht Villa Pani Gavi. Denominazione di Origine Controllata e Garantita. 2016 Italia. Auf der Rückseite der Flasche ist eine Banderole vertikal auf den Flaschenhals geklebt: DOCG. Darunter ein Etikett mit der gleichen Beschriftung wie vorn: Villa Pani Gavi. Denominazione di Origine Controllata e Garantita. 2016 Italia, aber dann folgt
Imbottigliato nelle cantine di Priocca DA MPL SRL Forlì Italia. Prodotto in Italia. Der Korken ist ebenfalls ohne Stempel. Also offensichtlich eine Fälschung? (…)
Mit freundlichen Grüßen,
Angelika Weber Gentilissima sig.ra Weber, la Sua e-mail ci fornisce l’occasione per affrontare un tema di cui non si parla mai abbastanza. La contraffazione dei prodotti alimentari in generale, e quella del vino in particolare, è una vera piaga. Il giro d’affari dei vini italiani contraffatti vale oltre 2 miliardi di euro. Veniamo alla Sua prima domanda: se il modo in cui è applicata la fascetta sul collo della bottiglia (orizzontale o verticale) e la presenza o meno di un timbro sul tappo sono “in generale” segni di falsificazione. La risposta è no. Riguardo alle regole di etichettatura, a mettere in allarme potrebbe essere invece l’assenza di qualche contrassegno obbligatorio sulla fascetta. Le fascette dei vini, infatti, non vengono realizzate nelle comuni tipografie, ma, come le banconote, dall’Istituto poligrafico Zecca dello stato o da tipografie autorizzate. Come le banconote, sono dotate di contrassegni e particolari filigrane (non sempre visibili a occhio nudo) che ne garantiscono l’autenticità. In generale, più che l’aspetto delle etichette, a contare è il loro contenuto.
Veniamo ora al Suo caso specifico. Ci chiede se il Gavi Docg che ha acquistato è falso. La risposta è no. Riguardo alla fascetta in verticale, ho fatto una verifica presso il Consorzio di tutela del Gavi e mi hanno confermato che il posizionamento della fascetta in verticale è usato per alcune bottiglie. Quanto al dubbio che Le è venuto leggendo sull’etichetta posteriore: “Imbottigliato nelle cantine di Priocca da MPL SRL Forlì Italia”, probabilmente è il nome della città, Forlì, ad averla portata fuori strada. Il Gavi Docg segue un disciplinare molto rigido, che prevede l’imbottigliamento nella zona di produzione, in questo caso il Piemonte. Forlì si trova invece in Emilia-Romagna! Sì, ma a Forlì c’è solo la sede amministrativa dell’azienda che imbottiglia il vino, cioè la MPL S.r.l. Questa società ha infatti uno stabilimento a Priocca, una località in provincia di Cuneo, in Piemonte, ed è lì che, come prevede il disciplinare, il vino viene effettivamente messo in bottiglia. Tutto in regola, quindi.
Comunque complimenti a Lei, che ha fatto quello che tutti dovrebbero fare: leggere con attenzione le etichette (non solo quelle dei vini). Oltre alle etichette però, attenzione al prezzo: se è troppo basso, qualcosa non va. I costi di produzione di un buon vino sono alti. Se il vino costa troppo poco, l’azienda che lo produce rischia il fallimento. Un’ultima cosa. Per verificare se i contrassegni nella fascetta di un vino sono autentici, consiglio a Lei, come a tutti i lettori appassionati di vino, di scaricare la app gratuita e disponibile sia per iPhone che per Android, Trust Your Wine (www.trustyourwine.ipzs.it).