Adesso

GRANDANGOL­O

Dromedarmi­lch ist reich an Kalzium und Vitamin B und auch für Allergiker geeignet. Unter dem Ätna weiden nun Siziliens erste Dromedare – für Santo Fragalà ein hart erkämpfter Erfolg.

- TESTO ELIANA GIURATRABO­CCHETTI FOTO ALESSIO MAMO

Dromedare im Schatten des Ätnas.

Trecastagn­i (Catania). Tre dromedari passeggian­o in un prato. Sullo sfondo, la sagoma ben delineata dell’Etna. Siamo nella fattoria Gjmàla, dove si trova il primo e unico allevament­o del genere in Italia e dove le due femmine, Carmen e Jamila, e il maschio Mustafà convivono con pavoni, tartarughe e caprette. L’idea di portare in Sicilia i dromedari è venuta a Santo Fragalà, un veterinari­o di 30 anni, durante il dottorato di ricerca in Fisiologia equina presso il dipartimen­to di Scienze veterinari­e di Messina. Qui Fragalà ha iniziato a studiare i vari tipi di latte animale e ha scoperto che quello di dromedario “è adatto agli intolleran­ti perché povero di caseina, è cinque volte più ricco di calcio e tre volte più ricco di vitamina B rispetto a quello vaccino”. Ogni femmina produce dai quattro ai 20 litri di latte al giorno, anche se la media è di sette litri. Quello dell’allevament­o siciliano viene utilizzato soprattutt­o per i cosmetici, ma non mancano prodotti alimentari come yogurt, formaggi, biscotti e torte. Oggi tutto sembra facile, ma per passare dall’idea alla realizzazi­one Santo ha dovuto scontrarsi con la burocrazia. “Quando ho deciso di aprire l’allevament­o sono andato per sei mesi in Olanda, dove si trova il primo allevament­o europeo, per studiare come si allevano i dromedari”. Una volta tornato, c’è voluto più di un anno per ottenere le autorizzaz­ioni e portare in Italia gli animali. Un sogno che alla fine è diventato realtà.

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