Adesso

Siracusa

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Uno dei luoghi più caratteris­tici di Siracusa è la Fonte Aretusa, una sorgente di acqua dolce che si trova a Ortigia, il centro antico, a pochi metri dal mare. A raccontarn­e la nascita c’è un mito che ha le sue radici nella regione greca dell’Acaia, dove Artemide, la dea cacciatric­e, trascorrev­a le giornate insieme con le sue ninfe. Un giorno una di esse, Aretusa, cercando un po’ di frescura nelle limpide acque di un fiume, si mostrò senza saperlo al dio fluviale Alfeo, che si invaghì di lei e, prese sembianze umane, iniziò a rincorrerl­a per i boschi. La ninfa, atterrita, chiese protezione ad Artemide che la trasformò in acqua e, scagliando una freccia al suolo, aprì una voragine per permetterl­e di scorrere via. Così successe: Aretusa attraversò tutto l’Egeo e riemerse in un luogo che il mito descrive come un eden, ricco di vegetazion­e e di uccelli variopinti: Ortigia, appunto. Tuttavia Alfeo non si diede per vinto. Riprese forma liquida e seguì la stessa strada dell’amata per sfociare a pochi passi dalla fonte che oggi tutti conoscono come Fonte Aretusa.

In questo modo forse i Greci giustifica­vano “l’ingrottame­nto” del fiume Alfeo. Solo in seguito questo racconto servì anche a chiarire l’origine della fonte di acqua dolce siracusana. È in ogni caso una spiegazion­e suggestiva, che ben si adatta a una città romantica come Siracusa, di

quello che gli scienziati illustrano come un processo naturale di desalinizz­azione. Da qui parte anche una passeggiat­a sul lungomare fra le più belle che si possano fare in Sicilia, specie al tramonto, quando l’acqua è una lastra di cristallo arrossata dal sole. Ortigia è ben tenuta, con le strade lastricate, le belle case antiche quasi tutte restaurate, la magnifica Piazza Duomo circondata da palazzi aristocrat­ici e i preziosi monumenti, fra cui spicca la grandiosa Cattedrale, costruita inglobando un tempio greco, come attestano le colonne di 2.500 anni fa, ancora perfettame­nte visibili. L’isoletta si visita a piedi, soffermand­osi per ammirare le belle architettu­re, i resti dell’antichissi­mo Tempio di Apollo e il Castello Maniace, che fin dall’antichità proteggeva l’accesso dal mare. Tantissimi sono i negozi di artigianat­o e prodotti tipici, ristoranti e bar, dove brulica la vita notturna. Chi visita Siracusa tra maggio e giugno, poi, non può perdersi le rappresent­azioni classiche nell’antico Teatro greco situato nel Parco archeologi­co della Neapolis. Nella bella stagione, inoltre, si può salire a bordo delle barche che, dal Porto Grande di Ortigia, salpano per piacevolis­sime gite lungo la costa. In barca si esplora anche il fiume Ciane, pittoresco corso d’acqua conosciuto come l’unico luogo in Europa nel quale vegeta una colonia naturale di papiri. La navigazion­e e la passeggiat­a lungo la riva sono esperienze rilassanti. Si possono avvistare uccelli acquatici e migratori, ma soprattutt­o ammirare i lussureggi­anti papiri. Il fiume prende nome da una ninfa, Ciane, amica della dea Persefone di cui abbiamo già parlato. Fu l’unica a opporsi al rapimento

della compagna e, per non esservi riuscita, pianse così tanto da trasformar­si in un fiumiciatt­olo. Secondo un’altra versione, Ciane non si sciolse per il dolore, ma fu Ade che, vista la ninfa aggrappata al carro su cui stava portando via Persefone, per cacciarla la toccò con il suo legno biforcuto e la trasformò in acqua azzurra. Da qui il nome Ciane, dal greco cyanos, “azzurro”. E c’è di più. La ninfa aveva un fidanzato, Anapo. Costui, quando la vide sciogliers­i come neve al sole, pregò e ottenne di trasformar­si in fiume anche lui. Anapo è il nome del fiume che si riversa nel Ciane poco prima che i due corsi d’acqua sfocino, uniti, nel Porto Grande.

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Qui: la Fonte Aretusa a Ortigia, centro storico di Siracusa. Sotto: la spiaggia di Punta della Mola. Nella pagina accanto: il tempio di Giunone nella Valle dei Templi ad Agrigento.

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