Agrigento
La mitologia è piena di storie d’amore, più o meno fortunate, come quella di Acamante e Fillide. Quest’ultima, figlia di Teseo, l’eroe che aveva sconfitto il Minotauro, giovanissima si innamorò ricambiata di Acamante, un impavido guerriero. Il dovere delle armi richiamò quest’ultimo alla guerra, costringendolo a lasciare la povera Fillide che, angosciata, scendeva in spiaggia ogni giorno, sperando di vedere all’orizzonte le navi che le avrebbero riportato l’amato. I giorni diventarono settimane, mesi e anni, finché Fillide, ormai certa che Acamante non sarebbe più tornato, morì di crepacuore. Giunone, divinità protettrice degli amori fedeli, trasformò la giovane in un mandorlo spoglio. Qualche tempo dopo, passato l’inverno ma non ancora giunta la primavera, Acamante finalmente tornò. Non era morto in battaglia, né aveva dimenticato Fillide. Riconoscendo l’amata fra quei rami vizzi, abbracciò il tronco piangendo disperato. L’albero, prodigiosamente, al tocco dell’amato si ricoprì di delicati, bellissimi fiori bianchi. Il miracolo della fioritura dei mandorli, ancora nel cuore dell’inverno, si rinnova in Sicilia ancora oggi e si ammira, spettacolare, nelle campagne. Ad Agrigento ha ispirato la grande Festa del Mandorlo in fiore, che si svolge ogni anno durante il periodo di fioritura. Molti eventi della festa si
svolgono nella bella Valle dei Templi, un vasto parco archeologico, Patrimonio Unesco, che custodisce i resti dell’antica colonia greca di Akragas, fra cui il Tempio della Concordia, praticamente intatto come 2.500 anni fa, antichi quartieri e il bel giardino della Kolymbethra. Il parco è molto grande e comprende zone dedicate alla produzione di vino e olio, acquistabili nei negozietti presso le biglietterie. Molto gradevole è anche la passeggiata nel centro storico di Agrigento, fondato nel Medioevo, dove nel tessuto urbano è ancora ben leggibile l’impronta saracena, con le vecchie case in pietra disposte lungo un labirinto di vicoli e scalette.