Adesso

UNA GUIDA PARTICOLAR­E

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Mi ero perso. Era passata la mezzanotte e per strada non c’era nessuno. Non conoscevo la città e il mio cellulare era scarico. Sapevo che il mio hotel era da qualche parte in centro. Ma la città era grande e i vicoli del centro storico formavano una specie di labirinto. Così camminavo a caso e ogni tanto mi capitava di tornare negli stessi luoghi. Mi stavo muovendo in cerchio. Che potevo fare? Iniziava anche a fare freddo e io qualche ora prima ero uscito per cena con una camicia e una giacca troppo leggera per la stagione. Dopo aver vagato per venti minuti ho visto una donna che camminava per strada davanti a me. Ho provato a chiamarla da lontano. “Scusi”, ho gridato. “Scusi, mi sono perso”. Ma la donna si è spaventata, ha accelerato il passo, poi si è messa a correre, è fuggita. Io sono molto alto e grosso, probabilme­nte faccio paura a chi mi incontra di notte. Ero disperato. Ma a un certo punto, a un angolo della strada, è comparso un gatto. Mi guardava con i suoi occhi fosforesce­nti. Sembrava aspettarmi. Sono andato verso di lui. Il gatto ha svoltato l’angolo, io l’ho seguito. Mi ha guidato lungo un vicolo. Ogni tanto si voltava a guardarmi, poi riprendeva a camminare con il suo passo leggero e veloce. L’ho seguito per qualche minuto. Siamo arrivati in una piazza, poi abbiamo preso una via più larga. E improvvisa­mente, ecco il mio hotel. Non ci potevo credere. Sono rimasto a fissare l’edificio, poi mi sono voltato per cercare il gatto con lo sguardo. Era sparito.

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