PASSAPAROLA
Eine Verteidigung des Smartphones, von Renata Beltrami.
Qualcuno mi prenderà per matta, ma io mi sono stufata di leggere e sentire le litanie dei “moralisti” contro lo smartphone, il povero telefonino che è diventato il capro espiatorio di tutti i mali della società. Non si può negare che un uso smodato del cellulare, come tutti i comportamenti esagerati, generi effetti collaterali anche gravi, ma visto che ce l’abbiamo tutti, forse vale la pena di considerare anche i cambiamenti positivi che il suo uso ha portato nella nostra vita. La prima osservazione è che tutti noi siamo preoccupati dell’abuso del telefonino da parte degli altri. I maleducati, quelli che lo danno ai bambini piccoli per giocare, quelli che “stanno sui social” ininterrottamente. Sorvoliamo sulla maleducazione, perché è fin troppo ovvio che ognuno dovrebbe ricordare sempre che la propria libertà finisce dove inizia quella degli altri. L’unica soluzione è vietare l’uso dei telefonini sui treni, nei ristoranti, negli ospedali e in tutti i luoghi pubblici chiusi. Proprio qui si innesta però la sottile differenza di giudizio, quando il volume si abbassa e il telefonino diventa un amico, una lettura interessante e privata, un’enciclopedia infinita,
una fonte di contatti e di compagnia che non disturba nessuno. Allora ci sentiamo autorizzati a preoccuparci per il bene del prossimo, per questa società fatta di singoli, per la dipendenza dai giochini a tutte le età, per tutte le cose meravigliose che si potrebbero fare se non ci fossero i telefoni cellulari. E c’è un motivo se la nostra meritevole attenzione all’etica dei valori sociali riguarda sempre gli altri: noi lo sappiamo benissimo quanto amiamo il nostro telefonino per quello che è, non gli faremmo mai il torto di abusarne! È il miglior antidoto alla noia che esista, si può leggere, giocare, guardare un video quasi ovunque. Si possono utilizzare i tempi morti per rimanere in contatto con gli amici o per portarsi avanti con il lavoro in maniera non invasiva. I saluti ai nonni in diretta dai nipotini lontani, i momenti importanti fissati nelle foto e condivisi in tempo reale, l’uso dei servizi via app, danneggiano veramente la società umana? Noi che comunque, anche se non avessimo il cellulare, non ci sogneremmo di attaccare bottone in tram o sul treno dei pendolari, o che siamo interessati a conoscere il giusto numero di calorie di un cibo o i chilometri a piedi da percorrere, abbiamo anche la risposta per scagionare il telefonino e buttare la colpa sui genitori sciagurati: quei poveri bambini, senza cellulare, sarebbero piazzati da soli davanti alla TV… P.S. Un caro saluto e un sorriso complice a chi mi sta leggendo dal telefono!