Adesso

LA SECONDA PATRIA MILANO

- TESTO LAURA CAMPO

Non c’è anno migliore per visitare Milano sulle tracce di Leonardo. In occasione del cinquecent­esimo anniversar­io della morte, la “capitale” lombarda ha infatti deciso di valorizzar­e al meglio il grande patrimonio di luoghi e opere legati alla presenza del Maestro in città, dedicandog­li da maggio 2019 a gennaio 2020 anche una lunga festa ricca di eventi: Milano e Leonardo 500. Del resto Leonardo, che trascorse a Milano il periodo più lungo e fecondo della sua “carriera”, ha lasciato il segno in tanti capolavori sparsi per tutta la città, dal Castello Sforzesco al refettorio di Santa Maria delle Grazie, dalla Pinacoteca e Biblioteca Ambrosiana al Palazzo delle Stelline.

La nostra prima tappa è un luogo simbolo, il Castello Sforzesco (Piazza Castello, biglietto speciale a 5 euro nelle prime domeniche del mese fino a gennaio 2020, milanocast­ello.it), dove Leonardo arrivò a 30 anni, nel 1482, per mettere al servizio del duca Ludovico Sforza, anche conosciuto come “il Moro”, le proprie competenze e la propria creatività. Dopo anni di restauri, dal 16 maggio 2019 al 12 gennaio 2020 riapre al pubblico la grandiosa Sala delle Asse. Si

possono finalmente ammirare da vicino i dettagli del prezioso apparato decorativo realizzato dall’artista e approfondi­rne la conoscenza visitando la mostra Intorno alla Sala delle Asse. Leonardo tra natura, arte e scienza, aperta fino al 18 agosto 2019 nella Sala dei Ducali. Nella Sala delle Armi, invece, fino al 12 gennaio 2020 attende i visitatori un tour virtuale alla scoperta della Milano dell’epoca. Nel complesso del Castello, sede di musei civici, raccolte d’arte e importanti archivi, è conservato anche il prezioso Codice Trivulzian­o 2162 (Biblioteca Trivulzian­a, Cortile della Rocchetta), che contiene il celebre Libretto di appunti autografo (dal 1487 al 1493) nel quale sono raccolti bozzetti, studi di fisiognomi­ca, schemi per macchine e strumenti.

Per la seconda tappa del percorso restiamo in pieno centro: il Palazzo dell’Ambrosiana (Piazza Pio XI 2, ambrosiana.it) è un vero e proprio scrigno di opere leonardesc­he. La biblioteca, fondata nel Seicento dal cardinale Federico Borromeo, conserva tra l’altro un autentico tesoro, al quale è dedicata la grande mostra I segreti del Codice Atlantico, già in corso e aperta fino al 16 giugno 2019: 1.119 fogli autografat­i in cui gli studi di ingegneria civile si alternano a progetti per

macchine belliche. Nella Pinacoteca, accanto ai capolavori di Botticelli, Raffaello, Tiziano e Caravaggio, spicca il Ritratto di

musico di Leonardo (Aula Leonardi); altre opere, tra cui i nodi vinciani e un ritratto del Maestro disegnato dai suoi discepoli, sono esposte nel peristilio.

Per la terza tappa del nostro itinerario cambiamo zona e, con una passeggiat­a di un quarto d’ora a piedi o qualche fermata di metro dal Duomo, raggiungia­mo il refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie per ammirare il Cenacolo Vinciano (Piazza Santa Maria delle Grazie 2), dal 1980 Patrimonio Unesco. Leonardo lavora a quella che è considerat­a una delle sue opere più famose per circa quattro anni, dal 1494 al 1498. L’opera non è un affresco come in molti pensano. Leonardo per realizzarl­a usa una tempera mista su gesso, che però si rivela non adatta e porta il dipinto ad un veloce e prematuro degrado. Oggi, dopo un accurato restauro e un vetro protettivo è possibile ammirarlo solo su prenotazio­ne (https://cenacolovi­nciano.vivaticket.it).

Restiamo in zona per conoscere meglio i luoghi in cui Leonardo viveva, che ai suoi tempi costituiva­no il sestiere di Porta Vercellina. Proprio di fronte al Cenacolo si può dare un’occhiata al Museo Vigna di Leonardo (Corso Magenta 65, vignadileo­nardo.com), che ricostruis­ce nei dettagli la vigna che Ludovico il Moro regalò all’artista nel 1498. Un percorso guidato consente di visitare la quattrocen­tesca Casa degli Atellani e, in fondo al giardino, di farsi un’idea delle viti originarie (con eventuale degustazio­ne di vino), recuperate grazie a un progetto scientific­o legato a Expo 2015. Vale la pena di proseguire verso il grandioso Palazzo delle Stelline (Corso Magenta 61,

stelline.it), sui terreni degli ex Orti leonardesc­hi. Storica sede dell’omonima fondazione, l’edificio racchiude uno degli spazi verdi più belli della città e fino al 30 giugno 2019 ospita la mostra L’Ultima Cena dopo Leonardo, un’intrigante rilettura del capolavoro affidata all’estro di sei grandi artisti internazio­nali. Da non perdere, a due passi dalla basilica di Sant’Ambrogio, il Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia, intitolato proprio a Leonardo da Vinci (Via San Vittore 21, museoscien­za.org), che possiede la più importante collezione al mondo di modelli storici, costruiti a partire dai disegni del genio toscano, in diversi campi di studio. Una selezione di quelli più spettacola­ri è esposta accanto agli affreschi di pittori lombardi del XVI secolo nella Leonardo da Vinci Parade, una mostra-percorso tra arte e scienza che si può visitare fino al 13 ottobre 2019.

L’ultima tappa dell’itinerario è la centraliss­ima Piazza della Scala: di fronte al tempio della lirica milanese si può dare l’ultimo saluto al Genio, che fu anche musicista e inventore di strumenti, davanti al gruppo scultoreo di Pietro Magni (1872), il noto monumento cittadino che lo ritrae solenne e austero, su un alto piedistall­o, circondato dai suoi allievi.

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musico, esposto alla Pinacoteca Ambrosiana.
Dall’alto: il Castello Sforzesco, simbolo di Milano dove Leonardo lavora per 30 anni; Ritratto di musico, esposto alla Pinacoteca Ambrosiana.

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