I POLITICI E LE GAFFE
Danilo Toninelli non è l’unico politico a fare gaffe di ogni tipo. Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali e capo del M5S, spesso non controlla bene la lingua italiana. Il suo problema principale è il congiuntivo. Lo stesso vale per l’altro astro dei Cinque Stelle, Alessandro Di Battista, che di recente ha detto a un giornalista durante un talk show televisivo: “Ma mi facci finire!” I nostri politici a volte hanno problemi anche con le nozioni più elementari. “Al Cern di Ginevra, l’Europa che ci piace, l’Europa che funziona” twittava Matteo Renzi, ex segretario del Partito democratico. Un clamoroso autogol contro l’Ue, considerato che la Svizzera non ne fa parte. Non va meglio a Luigi Di Maio che, difendendo il principio dell’acqua pubblica, dichiara: “Serve una rivoluzione culturale, l’acqua è un bene primario, se pensiamo che il corpo umano è costituito, per più del 90%, di acqua”. Una percentuale simile a quella di meduse o angurie. In ogni caso, le brutte figure forse più pesanti e indimenticabili sono quelle fatte da Silvio Berlusconi. Come quella volta che ha paragonato il socialdemocratico Martin Schulz al kapò di un lager nazista, o quell’altra in cui, incontrando Angela Merkel a un vertice della Nato, continuava a telefonare senza dare la mano alla Cancelliera. Puoi essere il premier di un paese, il presidente di un partito e l’uomo più ricco d’Italia, ma le regole della buona educazione e della decenza valgono per tutti.