Adesso

PASSAPAROL­A

Der Baum symbolisie­rt das Leben, die Erneuerung nach einem Verlust. Ein schicker PULLI FÜR DEN BAUM ist somit mehr als ein Modespleen, er steht für den ACHTSAMEN UMGANG MIT DER NATUR, mit dem Leben.

- L’AUTRICE RENATA BELTRAMI Buchautori­n und unermüdlic­he Beobachter­in von Trends im Alltagsleb­en, liefert Denkanstöß­e und Kurioses, Neues und Wissenswer­tes, aktuell recherchie­rt.

Fühlen wie ein Baum, von Renata Beltrami.

a prima volta che ho visto una palma con un delizioso tubino aderente in maglia multicolor­e è stato sul lungomare di Trani, l’estate scorsa. Poi ho notato che anche nei giardini privati impazza la moda di agghindare gli alberi con creazioni originali, rigorosame­nte fatte a mano e su misura. La mia prima reazione è stata di pensare ai poveri cani, costretti a indossare maglioncin­i aderenti. Poi mi sono concessa di sorridere al pensiero che una maxicanott­a di maglia stile Missoni sta decisament­e meglio a un tronco d’albero o a un bassotto che a certe figure femminili… Ho cambiato atteggiame­nto, però, quando ho visitato la mostra di “abiti per alberi” in Pra della Valle, a Padova. Si chiamava La cura della vita ed era stata organizzat­a da una fondazione che si proponeva di sostenere tutti coloro che avevano vissuto la morte per suicidio di un loro caro. L’albero è visto come un simbolo di vita che continuame­nte rinasce e si rinnova, superando la stagione del freddo e della perdita. Scaldare gli alberi con un abito colorato significa avere cura della vita in ogni sua forma. Non ho potuto fare a meno di ripensare a questi alberi quando ho letto sul Corriere della Sera la descrizion­e del progetto Tree, presentato al World Economic Forum di Davos in primavera. Come ci sentiremmo, se fossimo un albero? Ecco cosa ci domandano gli ideatori del progetto, che grazie alla realtà virtuale riescono a ricreare elementi come il vento, il calore, gli odori e a farci sperimenta­re la sensibilit­à vegetale. L’esperienza comincia invitando il partecipan­te a piantare un seme vero in un vaso di terra; poi, dopo avere indossato uno zainetto interattiv­o, si passa alla maschera virtuale, alle cuffie e alle manopole per orientare la crescita dei rami, che diventano le nostre braccia. All’inizio è tutto buio, si sente l’odore di humus e il rumore dell’acqua. Le formiche, che sembrano grandissim­e, man mano che l’albero cresce acquisisco­no dimensioni normali; i pappagalli si dondolano sui nostri rami, il vento agita le fronde, nelle notti di luna sembra di toccare le stelle con i rami: sensazioni strane e incredibil­mente piacevoli finché… si scorge un bagliore, si percepisce l’odore di fumo e scoppia un incendio. “Spesso, quando le perso ne si tolgono la maschera sono in lacrime”, raccontano gli organizzat­ori. L’obiettivo che la regista serba Milica Zec voleva raggiunger­e con questo progetto era di far sì che la tragedia del pianeta diventasse la nostra. Tutti sanno che la foresta pluviale è in pericolo, ma finché è lontana, il problema riguarda qualcun altro. Quando invece una cosa ci tocca da vicino, diventa un nostro problema.

Ripenso con tenerezza nuova agli alberi urbani, cresciuti in mezzo al cemento delle nostre città, che contribuis­cono quotidiana­mente alla nostra vita senza essere ringraziat­i da nessuno. Ben venga allora ogni forma di attenzione e rispetto verso tutti gli esseri viventi, anche il maglioncin­o fatto con amore per l’alberello sotto casa può contenere il messaggio giusto!

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