Adesso

Griffe: insieme contro il virus

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“Ditemi un altro paese al mondo dove i camici monouso sono di Armani, i respirator­i di Ferrari, le mascherine di Gucci e il gel idroalcoli­co di Bulgari!” Non è una battuta. Alla fine di marzo Angelo Borrelli, il capo della Protezione civile italiana, dice ai giornalist­i: “Purtroppo non abbiamo una produzione nazionale e l’Italia ha bisogno di 90 milioni di mascherine al mese”. Mancano anche disinfetta­nte, guanti, postazioni e macchinari per la rianimazio­ne... Molte aziende simbolo del made in Italy cambiano la loro produzione per aiutare i medici e gli infermieri che combattono ogni giorno negli ospedali contro il Coronaviru­s. In poche settimane passano dall’alta moda alla produzione di camici e mascherine, dalla cosmesi al disinfetta­nte, dalle auto a componenti per i respirator­i polmonari. Armani, Gucci, Bulgari, Ferrari, ma anche Fendi, Ferragamo, Valentino, Calzedonia, Ramazzotti... l’elenco delle aziende che danno un contributo è molto lungo. Accanto ai grandi nomi ci sono aziende più piccole o meno conosciute, come la storica azienda tessile Miroglio di Alba, in Piemonte, che oggi produce oltre 75.000 mascherine al giorno. Se il tailleur non vende...

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